Recensione, Thriller

TRANSSIBERIAN

TRAMA

Roy e Jessie, coppia sposata di ritorno dalla Cina, sul treno transiberiano diretto a Mosca condividono la cabina con uno spagnolo e la sua (presunta) fidanzata. Jessie, previa (presunta) difesa da violenza sessuale, uccide lo spagnolo, salvo scoprire che trasportava droga che un poliziotto russo sta cercando e che il facchino ha messo fra i suoi bagagli.

RECENSIONI

La spagnola Filmax, dopo il sorprendente L’Uomo senza Sonno, produce anche quest’opera del talentuoso Brad Anderson, invero (impegnato anche in sede di sceneggiatura) in tono minore, ovvero meno delirante o affidata a virtuosismi di regia: Anderson, questa volta, guarda ai thriller hitchcockiani (L’Altro Uomo, La Signora Scompare, da lui stesso citati), alla tensione psicologica, al senso di colpa della protagonista (torna il “delitto e castigo” del film citato). La prima parte, che descrive le coppie nell’approccio conoscitivo, è più convenzionale ma denota sempre l’intelligenza di un autore cui sfugge poco a livello di dettagli e che raramente si affida troppo ai canoni, fino a ribaltarli anche artificiosamente: ad esempio, ci fa credere a lungo che il personaggio di Eduardo Noriega abbia ucciso quello di Woody Harrelson, che sia cioè un tipo pericoloso su cui ruoterà l’eventuale svolta sanguinosa dell’intreccio. Invece, ridendo sotto i baffi come potrebbe fare un Hitchcock moderno, Anderson ribalta la situazione e trasforma nella villain di turno Emily Mortimer, in una scena in cui non uccide del tutto per legittima difesa. A seguire la parte che funziona meglio, quella thriller vera e propria: l’ansia di Jessie di essere scoperta fra decine di imprevisti e il gioco in difesa una volta che i (veri) cattivi gettano la maschera. È comunque anomala la chiusura in cui, dopo aver fatto passare l’inferno alla coppia americana, l’opera diventa indirettamente morale e trova il lieto fine solo quando l’equilibrio, dopo aver tolto ingiustamente una vita, è ristabilito. Contorno non da poco e altrettanto anomalo, l’ambientazione nel tratto ferroviario transiberiano (in realtà ricostruito in Lituania).