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TRAMA
La morte violenta di un agente della polizia municipale di Varsavia sconvolge la vita di sei suoi colleghi, tutti legati da un forte affiatamento professionale e da una grande amicizia che ha come collante l’alcol e le corse su auto truccate. Il principale indiziato è il sergente Krol, che ha un grosso debito nei confronti del morto ed è marito della sua amante. In fuga per evitare l’arresto, Krol è costretto a dimostrare la sua innocenza.
RECENSIONI
Denunciare la dilagante corruzione del sistema Polonia attraverso una rappresentazione di una sua istituzione (la polizia municipale) salendo e scendendo i gradini delle gerarchie e mostrando come il marcio sia dappertutto, a qualsiasi livello: non esiste certezza del diritto, ogni pubblico ufficiale è pronto a piegarsi alle ragioni del denaro, la quotidianità è segnata dall’abuso di potere e dalla politica dell’ una-mano-lava-l’altra.
Tra la farsa demenziale e la tragicommedia, il regista sembra incanalarsi nella narrazione di una storia (quella del poliziotto Krol, ingiustamente accusato di un omicidio), ma lo sfondo è sempre più importante del primo piano, la denuncia, a volte scoperta (le statistiche sulla corruzione in Polonia sciorinate dalla tv), imponendo la sua logica sulla messa in scena frenetica di un mondo squallido in cui volgarità e malversazioni dominano (se anche i bambini truccano la partita di calcio allora vuol dire che l’illegalità è diventata un modo di pensare e di pensarsi).
Fotografia livida, montaggio fratto (che mescola immagini provenienti da cellulari e telecamere di sorveglianza, in un linguaggio spurio mai gratuito) che si muove disinvoltamente tra più piani temporali, Traffic department è un film di solida scrittura (il disegno dei caratteri), gran ritmo, diretto con un occhio a certe serie americane, senza concessioni al buon gusto e alla calligrafia, mantenendo un registro tanto sporco quanto efficace.
