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TRAMA
La morte di un giovane avviene all’interno del Tower Block, un cadente edificio londinese destinato alla demolizione. A quanto pare, nessuno ha visto nulla. Qualche mese dopo un cecchino prende di mira tutti gli abitanti…
RECENSIONI
Il grigio palazzone che si staglia verso il cielo è lo spazio/prigione che delimita lazione dei personaggi e il teatro del gioco al massacro. Qui il revenge movie incontra lattualità, la presa datto della periferia degradata (non spiegata, semplicemente cè) rimanda alla rivolta di Londra del 2011, con alcune situazioni di quel periodo come implicita ispirazione di questo film (sopratutto il palazzo in fiamme nel finale, i condomini che concordano: dovremmo appiccare un incendio). La comunità chiusa e omertosa si macchia di una Colpa, scatta il contrappasso: se da una parte è la loro indifferenza che innesca il killer dallaltra, dopotutto, essi rifiutano di abbandonare ledificio per la demolizione quindi vengono sterminati. E sempre una guerra tra poveri che - a seconda delle circostanze - dal tutti contro tutti iniziale slitta verso la necessità di una coalizione tra ultimi per provare a sopravvivere.
I registi, James Nunn e Ronnie Thompson, ammettono il legame con la contingenza ma negano che sia il fine ultimo della pellicola (Thompson: Non era mia intenzione dare al film un tono politico, intendevo fare un thriller/horror che fosse molto avvincente): posizione che suona corretta dato che, a ben vedere, gli espedienti che fanno procedere lintreccio non sono mai politici, ma sempre drammaturgici. Infatti è nella tenuta narrativa il problema centrale di Tower Block, che si presenta essenzialmente come una ridda di citazioni, rimasticatura di estratti del cinema di genere recente: Attack the Block senza ironia e Saw per il meccanismo a trappola, il tranello in ascensore che sembra orchestrato da Jigsaw (Its a trap, dice appunto un personaggio). Ma la lista è lunga e comprende - se vogliamo azzardare - il modello fondante di Cube (il carattere cub-ico della Tower Block è presto evidente) e lhorror transalpino calato nella banlieue come La Horde.
Cè indubbia consapevolezza nella costruzione del quadro, daltronde Thompson è un ex guardia carceraria che conosce certe realtà, spiegando così la dimensione penitenziaria dello stesso block: ma alla fine la progressione si riduce a un countdown di scrittura grossolana, caratteri scolpiti con la scure e sempre pronti al salto della barricata (litigi, alleanze, rotture e sodalizi sono repentini quanto inspiegati), tracce di gore non particolarmente ardite, sbandate trash che sconfinano nellimprobabile finale. Come sempre è lecito rifare, ma questo film resta incollato a un immaginario consunto impaginando la sua replica: in fondo vediamo solo lennesimo survival con le ennesime figure al centro del mirino.
