TI SPIACE SE BACIO MAMMA?

TESOROMIO (la domestica straniera, improvvisa e vitale luce nella tetra pigrizia del quotidiano) incontra L’UOMO CHE GUARDA e gli restituisce la voglia di vivere (e lasciar vivere). Dopo cinque anni di esilio dal grande schermo (a causa degli esiti non proprio brillanti del vivido benché macchinoso I MIEI PIù CARI AMICI), Benvenuti crea (nelle intenzioni) una commedia amara con echi di RITORNO A CASA GORI (la famiglia come causa prima e ovvio bersaglio di nevrosi assortite, dalla ninfomania alla misantropia, alla semplice idiozia) e di BELLE AL BAR (la feroce eredità del passato, l’insicurezza imbevuta di narcisismo, i tortuosi sentieri dei ri/sentimenti); nei fatti, TI SPIACE SE BACIO MAMMA? ha poco delle opere migliori del regista. Il nucleo sentimentale (con annesso sottofondo edipico, peraltro prontamente disatteso) è privo d’interesse, ma i maggiori problemi sono dati dal maldestro tono da farsetta mucciniana [l’assente approfondimento dei personaggi e le banalità starnazzate nel corso dei dialoghi stridono con le ambizioni da commedia sofisticata (vedi l’omaggio finale a STARDUST MEMORIES)] e dalla tiepida piattezza della messinscena, che opta per soluzioni usurate (l’onnipresente voce over, i monologhi d’impianto teatrale) e raramente (i rigogliosi titoli di testa, la promenade in casa di Bettina) oltrepassa una sperimentazione visiva che sperimenta poco o nulla [il sogno iniziale (segnato da un uso goffo quanto insistito del digitale), i triti grandangoli, i flashback in fast-forward]. L’indiscusso mestiere e la solida routine tecnica non bastano a fare un film all’altezza dello spirito sornione e velenoso del regista, che comunque (e per fortuna) dimostra anche in quest’opera minore il proprio talento nel dirigere gli attori (la palma spetta a Marina Massironi, acida da antologia).