Storico, Thriller

THIRTEEN DAYS

TRAMA

I 13 giorni (1962) in cui si rischiò il conflitto USA-URSS: U2 statunitensi fotografarono la costruzione di potenziali missili nucleari a Cuba e John F. Kennedy era indeciso fra l’invasione dell’isola e il mero embargo ai suoi danni, pressato dai vertici guerrafondai dello stato maggiore.

RECENSIONI

Appassionante thriller politico, ‘docudrama’ tratto dal libro di E.R. May e P.D. Zelikow “The Kennedy tapes. Inside the White House during the cuban missile crisis”, con un precedente nel film Tv del 1974 I Missili di Ottobre. Lo sceneggiatore David Fry affabula prendendo a prestito il punto di vista del personaggio di Kevin Costner (l’assistente particolare), che torna nei paraggi del JFK di Oliver Stone, con cui l’opera condivide l’elegia del presidente, assurto ad archetipo della buona coscienza statunitense insieme al fratello (per quanto non manchino incertezze ed errori umani), mentre lo Stato Maggiore è demonizzato al punto che pare di rivedere, in forma seria, Il Dottor Stranamore. Accuratezza di dettagli, ritmo svelto, sapiente descrizione “da Guerra Fredda” delle dinamiche nelle stanze dei bottoni che riporta alla tensione di un film come 7 Giorni a Maggio di John Frankenheimer (le scene con il rischio della regola militare dell’ingaggio, fra ricognitori fotografici e Marina Militare che blocca le navi sovietiche), capace gestione di un approccio corale che dona a tutti un “volto” e, a ogni avvenimento, una puntuale collocazione. Bruce Greenwood (John Fitzgerlad Kennedy) è il migliore in campo, mentre Roger Donaldson torna nei territori di una delle sue opere migliori (sempre con Costner), Senza Via di Scampo.