Drammatico, Fantastico, MUBI, Recensione

THELMA

Titolo OriginaleThelma
NazioneNorvegia, Francia, Danimarca, Svezia
Anno Produzione2017
Durata116'
Fotografia
Scenografia

TRAMA

Thelma è una timida ragazza di provincia cresciuta in una famiglia molto religiosa e appena arrivata a Oslo per frequentare l’università. Qui conosce Anja e presto l’amicizia tra le due si trasforma in un sentimento più profondo: proprio allora, però, Thelma scopre di avere dei poteri inquietanti e incontrollabili, legati a un terribile segreto del suo passato…

RECENSIONI

Il film inizia con un prologo efficace ed inquietante. La protagonista bambina cammina assieme al padre sulla superficie di un lago ghiacciato nell’inverno norvegese. Si addentrano in una foresta innevata, l’uomo carica un fucile da caccia. Quando compare un cerbiatto fra gli alberi, i due si fermano nel silenzio, il padre alza l’arma in direzione dell’animale. Ma il braccio del cacciatore ruota e la canna del fucile viene puntata verso la testa della figlia. Rimaniamo sospesi nella tensione dell’interrogativo. Ritroveremo poi Thelma giovane donna, pronta a lasciare la campagna brumosa per frequentare l’università nel design dei palazzi di Oslo. Timorata, non beve alcool, non ha amici. Ha alle spalle una famiglia fortemente conservatrice e religiosa, che la controlla ad ogni passo, anche a distanza. La chiamano ad ogni ora, monitorano le sue attività sui social media. Un giorno in biblioteca la bionda Thelma si siede accanto alla mora Anja e la folgorazione prende la forma di un attacco epilettico. La ragazza dovrà prendere consapevolezza di un potere, sovrannaturale e oscuro, che scaturisce dai suoi desideri “devianti” e dalla loro repressione. Le convulsioni telecinetiche accompagnano la protagonista in un percorso di crescita e emancipazione: scoperchiando uno ad uno i segreti rimossi dalla famiglia tradizionale, Thelma riuscirà a liberarsi e a concedersi al suo amore per Anja.

Thelma inizia posizionando in alto l’asticella delle aspettative: con il suo carico di mistero sottilmente disturbante, l’incipit è uno dei momenti migliori del film. Lo è in virtù della sua sospensione, della sua fondamentale indeterminatezza, elementi che invece vengono gradualmente a mancare man mano che il film prosegue: il mistero diventa evidente, un dato di fatto, la metafora è sempre meno traslucida, la caratterizzazione degli spazi e dei personaggi fin troppo sottolineata (si veda soprattutto la descrizione del milieu famigliare). Pescando a piene mani da De Palma e Argento, Trier compone un racconto di formazione che flirta con il thriller soprannaturale, che amalgama il “film d’autore” con gli stilemi dell’horror, l’indagine realista con la divagazione onirica. Lo fa con indiscutibile abilità di messa in scena, optando per le forme eleganti e geometriche (talvolta a rischio sterilità) di molto cinema nordico e con una volontà di racconto che non fallisce nell’essere coinvolgente. Eppure rimane la sensazione di un film fin troppo controllato e troppo chiaramente programmatico: le incursioni nei territori del fantastico sono misurate con prudenza, l’apparato simbolico-metaforico talmente auto-evidente che finisce per evidenziare solo e solamente il proprio afflato educativo, esemplare e morale. Afflato che non è un male di per sé. L’happy end è infatti cosa buona e giusta: ci esorta ad accettarci nel mistero delle nostre diversità, affrancandoci dalle gabbie delle istituzioni retrograde che ci attanagliano (famigliari, religiose, sociali).
Dopo essersi rivelato all’attenzione internazionale con Oslo, 31 August e dopo il sottostimato esordio hollywoodiano con Segreti di famiglia, Joachim Trier continua a dar prova del suo talento. Purtroppo Thelma rimane un film troppo schematico e troppo poco libero per soddisfare appieno e per rendere giustizia alle pulsioni fantastiche e orrorifiche che si promette di mettere in campo. Rimangono però un innegabile piacere della visione, le premesse di una storia intrigante e la protagonista (Elli Harboe) è una rivelazione.