TRAMA
Anno 2028. Sono trascorsi due anni dalla guerra tra le scimmie, guidate dallo scimpanzé Cesare, e gli umani sopravvissuti. Un rimasuglio delle forze armate statunitensi guidato da un colonnello di nome McCullough dà la caccia alle scimmie, aiutati da alcune scimmie traditrici che un tempo seguivano Koba e si sono uniti agli umani per vendicarlo e uccidere Cesare. A seguito di una feroce battaglia nella foresta, Cesare sceglie di liberare i soldati umani catturati e di rimandarli dal loro leader, il Colonnello, con il messaggio che se gli umani lasceranno in pace le scimmie, non ci saranno più scontri.
RECENSIONI
La prima sequenza del film di Reeves ripropone lo scomodo posizionamento spettatoriale del precedente capitolo, nel quale era proprio l’ambiguità empatica uno dei tratti caratterizzanti. Il semplice espediente filmico del fuori fuoco, infatti, impedisce di capire se le figure che si stanno muovendo, furtivamente, tra la vegetazione, siano uomini o primati. In realtà, sono uomini/primati che stanno per attaccare dei primati sempre più umanizzati. Inizia una sequenza bellica tra Viet-Movie, Spielberg e Malick, che sembrerebbe corroborare il titolo del film: The War. Non sarà così. Il terzo capitolo della saga Planet of the Apes è più un western crepuscolare che un film di guerra ed è forse il più intimo dei tre film. Reeves mantiene quell’efficace atmosfera da epica implosa, da blockbuster poco accomodante, anche se, progressivamente, gli intenti agiografici sull’epopea di Cesare si fanno evidenti, fino a un finale in cui il Nostro si redime dalle sue (relative) colpe “vendicative” e si immola cristologicamente per la salvezza dell’umanità.