TRAMA
Quattro racconti che si situano agli snodi fondamentali della vita: matrimonio morte, nascita.
RECENSIONI
Overdose di stimoli
Fa piacere che il cinema orientale da festival non sia composto solo da silenzi fotografati con eleganza o voli acrobatici virtuosisticamente coreografati. Nel film di Jiang Wen, considerato in Cina una vera e propria leggenda del cinema e da molti accostato alla visionarietà di Kusturica e Fellini, ci sono suoni, colori, azione, effetti speciali, amori, disamori, lacrime, urla, risate, il tutto in un frullato di immagini che arriva potentemente shakerato. I complicati eventi si rincorrono infatti attraverso quattro episodi intrecciati l'uno con l'altro, tra salti temporali e personaggi che vagano nel tempo chiarendo le loro origini solo a posteriori. Si comincia con i deliri di una madre un po' pazza che sogna di possedere scarpe magiche e vuole liberare gli alberi dal peso delle pietre; si passa poi alla bella ricercatrice di un campus universitario morbosamente attratta da un professore, con una lunga digressione su una presunta molestia sessuale in un cinema all'aperto; si torna ai protagonisti del primo raccordo, con il figlio della vedova cresciuto e alle prese con interrogativi bizzarri, tipo il modo in cui si deve accarezzare il velluto, e si conclude nel deserto del Gobi dove, in teoria, si dovrebbero chiarire le connessioni tra i tanti personaggi. C'è chi ha visto nel film un grande affresco sociale della Cina, con la Storia in secondo piano rispetto al fluire dei sentimenti. Il problema, forse più culturale che cinematografico, è che aderire alla visione del regista è tutt'altro che semplice. Succede di tutto, infatti, ai suoi personaggi, ma smarrite velocemente le coordinate del racconto si vaga per due ore in un universo ricco di suggestioni ma mai realmente comunicativo. Le immagini sono un fiume in piena che travolge lo spettatore; i generi si accavallano facendo incontrare il musical con la commedia e il melodramma con il grottesco; i personaggi attraversano ogni possibile stato d'animo, ma l'assordante e roboante spettacolo, anche se tecnicamente ineccepibile, lascia più spossati che soddisfatti.
