Drammatico, Recensione, Thriller

THE RIVER WILD

Titolo OriginaleThe River Wild
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1994
Durata113'

TRAMA

Esperta di rafting, Gail porta il figlio in gita sul gommone nel canyon, raggiunta dal marito con cui ha litigato. Danno un passaggio a due sconosciuti che si riveleranno malviventi.

RECENSIONI

Meryl Streep si concede al thriller di genere, di cui sa che Curtis Hanson è un esperto. Niente da ridire sulla sua interpretazione, sullo splendore naturale del canyon, sullo storyboard delle difficili e spettacolari riprese del regista nelle diaboliche rapide del “Gauntlet”. Il problema è la pilotata sceneggiatura di Denis O’Neill, che copia La Magnifica Preda di Otto Preminger e trasforma Un Tranquillo Weekend di Paura in un artificioso, ammiccante dramma familiare femminista, studiato a tavolino per compiacere, da un lato, i valori della famiglia media statunitense, dall’altro il nuovo modello di donna volitiva, ecologista e con i pantaloni, mater familias che soppianta la figura paterna debole e secondaria, mera pedina di un presepe casalingo: l’occhialuto papà/David Strathairn soccombe nella lotta con il banale psicopatico di turno non in quanto “tecnicamente” debole (gli sferra un cazzotto potente), ma perché non sa combattere, la cultura di cui è l’espressione l’ha esautorato del proprio ruolo. I dettagli non sono tanti, eppure sono tutti ragionati per la retorica sentimentale e l’elegia della famiglia compatta, tanto ossequiosi in tal senso da ammazzare qualsivoglia spontaneità e creatività, per giungere agli sviluppi più scontati: il padre riacquisterà il rispetto del cane (!) e del figlio, passando attraverso le maglie del personaggio di Kevin Bacon, simbolo della perturbazione che dall’interno (il litigio) è trasposta all’esterno (il pericolo che unisce). La ruffianeria impera e la meccanica della suspense è routinaria.