Thriller

THE NUMBER 23

Titolo OriginaleThe Number 23
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2006
Genere
Durata95'
Sceneggiatura
Montaggio
Scenografia

TRAMA

Un uomo é ossessionato da un libro che sembra basato sulla sua vita e nel quale si parla di un omicidio che nella realtà, però, deve ancora accadere…

RECENSIONI

Tra le varie malefatte cinematografiche, Joel Schumacher ha ridotto Batman a un'icona pop priva di spessore (Batman Forever, ma soprattutto l'insalvabile Batman & Robin), ha banalizzato soggetti interessanti (Un giorno di ordinaria follia e In linea con l'assassino) e ha trasformato un musical celeberrimo in una fiera del trash (Il fantasma dell'opera). Ora torna a colpire, inguaiando il volenteroso Jim Carrey in un thriller sonnacchioso e poco convincente. Le caratteristiche che hanno reso il regista americano inviso alla critica, ma solido punto di riferimento per l'industria hollywoodiana, ci sono tutte: assenza di ironia, mancanza di sfumature, moralismo, convenzionalità visiva, cattivo gusto. Non lo aiuta nemmeno la sceneggiatura di Fernley Phillips, a caccia del colpo di scena ma inquinata da svolte narrative che nel tentativo di razionalizzare gli eventi li piegano a logiche poco plausibili. Peccato perché la storia, pur nella totale assenza di originalità, avrebbe più di un motivo di interesse: c'è un uomo alle prese con un libro che sembra raccontare la sua vita; c'è un alter-ego letterario che conduce il protagonista ai limiti della follia e c'è il famigerato numero del titolo che diventa una vera e propria ossessione. Se le coincidenze basate sulla numerologia offrono spunti divertenti, nelle mani di Schumacher il mistero perde vigore a causa di una messa in scena impersonale e pedestre. Particolarmente scontato il look desaturato e clipparolo delle tante sequenze onirico/letterarie: dovrebbero evocare, suggerire, incuriosire, invece piombano con la grazia di macigni e virano la vicenda al grottesco. Anche Jim Carrey convince solo in parte. Se nei panni del protagonista, l'acchiappanimali Walter Sparrow (un evidente omaggio agli esordi), comunica il disagio del personaggio e il suo progressivo spaesamento, nel ruolo del crepuscolare detective Fingerling appare totalmente fuori parte e permeato da un maledettismo tanto ostentato quanto ridicolo. Inaspettatamente catatonica anche Virginia Madsen, poco aiutata da un personaggio inerte, e prossimo alla macchietta Danny Huston. Non tragga in inganno, poi, il finale in grigio, perché le apparenti mezze tinte nascondono maldestramente il solito trionfo della giustizia (chi è colpevole deve pagare) e dell'unione familiare. Riconoscibile lo stile della Imaginary Forces di Kyle Cooper (quello di Seven) nei suggestivi titoli di testa, tutti giocati sulla scomposizione visiva di aneddoti legati al numero 23.