TRAMA
Anni sessanta: i gemelli Kray, cresciuti da una madre iperprotettiva e soggetta a sfoghi di incontrollabile violenza, si danno alla malavita nei sobborghi londinesi, e ne diventano i re.
RECENSIONI
Un dramma visionario, surreale e inquietante: un capolavoro. Il merito va alla sinergia fra due talenti discontinui, il regista ungherese Peter Medak e il romanziere (e regista, artista multimediale, drammaturgo) Philip Ridley. Il primo possiede una vena sarcastica feroce (La Classe Dirigente) che sa declinare anche in un cinema dell’orrore angosciante (Changeling); il secondo, lo stesso anno, esordisce al cinema con il meraviglioso Riflessi sulla Pelle, racconto gotico sull’infanzia e (altro) studio sulla malvagità insita nell’uomo. Questo dramma gangsteristico, unico nel suo genere, mira a restituire, attraverso simbologie e descrizioni complesse, la psicologia disumana di due fratelli criminali. Lo fa, anche, attraverso una drammaturgia sospesa nell’incubo eppure aderente alla realtà, quindi maggiormente disturbante nel dipingere anime così turpi e/ma con background che le giustifica attraverso figure e temi-chiave ricorrenti, evitando enunciati lapalissiani. Sorprende favorevolmente la prova dei fratelli Kemp, del gruppo pop Spandau Ballet. Ingiustamente ignorato.