Drammatico, Recensione

THE JUDGE

Titolo OriginaleThe Judge
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2014
Durata141'
Fotografia
Montaggio

TRAMA

Hank Palmer, avvocato in una grande città, torna nei luoghi della sua infanzia dove il padre, con cui non ha più rapporti da anni e che è il giudice della cittadina, è sospettato di omicidio.

RECENSIONI

Il  principale filo è quello drammatico, costituito dal rapporto conflittuale tra padre (giudice) e figlio (Hank, avvocato), conflitto i cui termini si chiariscono con il procedere della storia e si definiscono con chiarezza solo nel finale: come in Gente comune, paradigma del  cinema familiare americano, è stato un evento tramatico che coinvolge due fratelli a rompere gli equilibri del nucleo (un incidente stradale - alla guida era Hank - che tarpa le ali al fratello/ figlio prediletto, astro nascente del baseball); il conseguente sbandamento esistenziale di Hank si è poi tradotto in un periodo di reclusione in riformatorio ed è stato superato con un riscatto (la laurea a pieni voti, il successo professionale). L’accusa implicita del padre e il senso di colpa inestinguibile del figlio (che non a caso lo chiama «giudice»), convogliano nella decisione di quest’ultimo di intraprendere una carriera nello stesso ambito paterno (la giustizia), ma secondo una condotta caratterizzata da assenza di scrupoli, un’astuzia e un opportunismo che il rigoroso padre, sensibile agli umori della piccola comunità che lo rispetta, non approva. Sono dunque in gioco due opposte visioni della vita, che si respingono e si attraggono, il legame tra padre e figlio essendo in realtà fortissimo, ciascuno vedendo dell’altro, senza ammetterlo, anche il lato positivo.
La traccia drammatica è aggravata dalla malattia del padre, la sua imminente morte ponendo un’urgenza di chiarimento (voluto dal figlio, respinto recisamente dal genitore) che aumenta il carico di tensione legato all’esito finale, che non può che essere riconciliatorio. Il filone familiare è complicato da un altro standard, ovvero il ritorno al nido e alle proprie radici, motivato dalla morte della madre, con il canonico ripercorrere le tappe della propria adolescenza e giovinezza, l’immersione nell’ambiente (l’Indiana come status, prima che come Stato), il reincontro di vecchi amori, il recupero del passato tormentato, la sua rivalutazione alla luce del presente, la riscoperta di luoghi (la cameretta) e situazioni (il rapporto con i fratelli), con conseguenti bilanci e riconsiderazioni, rivalutazione a mente fredda e col senno di poi di esperienze-cardine, gli inevitabili scenari freudiani che si aprono. A questo si aggiunge, in parallelo, il filo indagatorio e processuale: si fonda su un episodio i cui termini non verranno chiariti completamente e che mettono in discussione l’integerrima figura del padre lanciando il film sul ricorrente terreno di tanto cinema americano recente, quello dell’uomo che, sfidando la legge, decide di farsi giustizia da sé, accettando le conseguenze dei suoi atti (a Nick Schenk, uno degli sceneggiatori, si deve Gran Torino).

Il film (il cui finale si dilata a dismisura, tradendo un ritmo, fino a quel momento, molto ben scandito), delega molto al gioco attoriale, come nella tradizione hollywoodiana che costantemente viene richiamata, e colpisce soprattutto per il modo in cui riesce a combinare tutti i suoi elementi in uno script che, nonostante la molteplicità di spunti, risulta piuttosto compatto,  e per come concentra sapidamente i suoi motivi, soprattutto in alcuni passaggi: allora, il momento dell’interrogatorio finale in tribunale, che dovrebbe sciogliere il nodo della vicenda giudiziaria, si converte nel confronto decisivo tra padre e figlio, in cui le ragioni del conflitto si moltiplicano e si esasperano. Nello stesso modo l’intreccio tra generazioni si gioca su più campi (l’arrivo, calcolato al millimetro, della figlia di Hank nella casa paterna) fino a far allungare l’ombra di un limonare incestuoso, con la figlia della ex, che si attenua “correttamente” nel finale (il dubbio sulla paternità si scioglie nella rivelazione che la ragazza è, in realtà, figlia del fratello).