Fantasy, Recensione, Thriller

THE ILLUSIONIST

Titolo OriginaleThe Illusionist
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2005
Durata110'
Sceneggiatura
Tratto dadal romanzo “Eisenheim the Illusionist” di Steve Millhauser
Fotografia

TRAMA

Vienna, 1800. La rivalità tra Eisenheim l’illusionista e il principe ereditario Leopold si scatena per ragioni sentimentali; alle calcagna del mago c’è l’ispettore capo Uhl, incaricato di incastrarlo.

RECENSIONI

Ricordare tutti i film che, nell'ultimo decennio, in virtù della sorpresa finale (/finale a sorpresa) propongono - rectius: impongono - la revisione narrativa è apertamente inutile. Gioverà invece dire che The Illusionist si inserisce nella comoda tendenza e può essere indicato, senza eccessivi patemi, come sua massima esemplificazione degenerata. L'operazione campa tutta in funzione della rilettura, singolarmente coatta e grossolana (vedi nel finale gli stacchi indiavolati di montaggio, che accompagnano lo spettatore e gli ripropongono una manciata di sequenze significanti - per chi non avesse capito, argh) e non fa praticamente altro. Si apre inoltre con l'arresto di Eisenheim - il momento topico posto in incipit per acchiappare l'attenzione - e si sviluppa lungamente in flashback per poi scoprire, in seconda battuta, che l'arresto stesso era un'illusione (!!!). Valga questa circostanza per insinuare un'idea vaga del gioco che intavola il film, alla ricerca dello sgomento obbligatorio, che mescola le carte, taglia il mazzo, mostra ciò che vuole, cela di nuovo. Tutto ciò può sembrare stimolante ma, vista la sciatta prevedibilità con cui avviene, non lo è per niente. Non aiuta il lavoro del mestierante Neil Burger che, adattando un romanzo di Steve Millhauser, ci prova in svariati modi ma tutti mediamente convenzionali: c'è il picco sentimentale (lo script, firmato dallo stesso regista, qui si sputtana in bellezza), il thriller e no, non manca neanche il supernatural. Attori imbarazzantemente fuori parte: Norton va alla deriva, proponendo un riporto d'antan e sbattendo nell'espressione unica (con variante: imposizione delle mani), Jessica Biel non dà forma alle sue forme, convince la sola maschera sfuggente di Paul Giamatti. Nella presente stagione cinematografica The Illusionist è per coincidenza la variante peggiorativa di The Prestige di Christopher Nolan; quello giocava con l'attesa dell'agnizione arrivando acutamente a negarla, questo la impone grezzamente con revisione guidata, azzerandone fascino, stile e contenuti. Aleggia un dubbio semantico: se la sorpresa non sorprende affatto, quale sarà mai il termine per indicarla...