
TRAMA
Dal Nebraska, la nubile e volitiva Mary Bee Cuddy s’offre d’accompagnare tre mogli impazzite da un reverendo, oltre il Mississippi. Salva dall’impiccagione un uomo a patto che la aiuti nel suo viaggio.
RECENSIONI
Teatro con spessore letterario e cinema western sono le due coordinate in cui si muovono le regie di Tommy Lee Jones, anche in questo caso (come Le Tre Sepolture) prodotto da Luc Besson: il romanzo alla base (1988) è di Glendon Swarthout, lo stesso di Cordura e Il Pistolero, un nume tutelare del cinema di frontiera spinoso e, a suo modo, ponderoso. Jones, anche sceneggiatore, lo trasforma in un pamphlet femminista inusuale e depresso: la follia delle tre donne, secondo flashback anche fastidiosamente non annunciati, è figlia delle condizioni di vita e di rapporto con i mariti, e la Cuddy di Hilary Swank è protagonista di una tragedia inattesa, da zitella in un mondo che non tollera le donne sole. Donne che soccombono fra stupri, asperità della vita di tutti i giorni, difterite che annienta la prole, vento che distrugge i raccolti di sussistenza: il carattere duro e autodeterminato di Hilary Swank è del tutto anticonvenzionale nel cinema western, soprattutto nelle pagine in cui chiede di essere presa come moglie non in nome dell’amore, ma delle sue abilità progenitrici o dei suoi possedimenti. In questo senso, è davvero memorabile la scena in cui, a sorpresa, si offre all’uomo che l’accompagna e si umilia nella supplica fino a offrire il proprio corpo per non morire vergine. Drammaturgia pacata, meraviglioso uso quasi surreale delle pianure infinite e spoglie, sentori deprimenti (le mortifere scene d’apertura): il film acquista un poco di leggerezza con l’entrata in campo del tipo di Jones, personaggio archetipico del genere nel solipsismo che vive di espedienti ma subisce una sorta di mutazione nell’incontro/scontro con un carattere a lui opposto, la cui gentilezza insegnerà l’altruismo. Jones è accorto nel non urlare i concetti, nel mantenere differenze sostanziali (cambia idea se coinvolto emotivamente, non per gli ideali di Cuddy: vedi la scena in cui molla le tre pazze), nel lasciare il bianco e nero dove possono convivere (è un disertore ma decide di non farla passare liscia ai farabutti, bellimbusti del futuro capitalismo prevaricatore). A parte qualche lungaggine di troppo, l’unica scena poco riuscita è quella in cui, senza alcun titolo per farlo, il tipo di Jones vede, nella giovane e scalza cameriera, il futuro per cui Cuddy ha combattuto.
