TRAMA
La guerra simbolica uomo/donna, tra ornitologia e scopofilia.
RECENSIONI
Bressane tematizza il proprio modus filmandi il corpo femminile, inserendo nel racconto un personaggio alter ego. Questi, prima possiede intellettualmente la donna fragile incontrata, manco a dirlo, in un cimitero, dettandole il testo del suo nuovo saggio; poi, inizia a fotografarla. L’occhio meccanico accarezza le sue nudità, la percorre da capo a piedi come un topo impertinente, metafora che verrà poi incanalata nel visivo e così sintetizzata nel titolo: l’erba (grado zero: il pelo pubico) del topo (grado zero: il topo…). Uno sguardo che viviseziona, parcellizza, violenta il corpo della donna, ne fagocita la carne fino a non lasciare che l’ossatura. Finalmente, (ciò che resta del)la donna sarà di colui che la filma, la materializzazione di un incubo prima riconfigurato maieuticamente in discorso filosofico.
