Drammatico

THE DAY I LOST MY SHADOW

Titolo OriginaleYom adaatou zouli
NazioneSiria, Libano, Francia, Qatar
Anno Produzione2018
Durata94'
Sceneggiatura
Fotografia

TRAMA

Siria, 2012. Durante il più freddo inverno che il Paese abbia mai conosciuto, l’unica cosa che Sana sogna è avere il gas necessario a preparare un pasto per suo figlio. Quando decide di prendersi un giorno di vacanza dal lavoro per andare alla ricerca di una bombola di gas, si trova improvvisamente bloccata nella zona sotto assedio. È allora che scopre che, durante la guerra, le persone perdono la propria ombra.

RECENSIONI

The Day I Lost My Shadow si apre con una sequenza che, per furia e urgenza, vale tutto il film. Siamo in Siria, martoriata dalla guerra, una madre e un figlio passano nervosamente davanti ad una pattuglia di militari e quindi ad una veglia funebre, per poi lanciarsi in una corsa furibonda lungo le scale del palazzo in cui abitano. Entrano in casa, la donna carica e fa partire la lavatrice: un gesto minimo in contrasto con il nervosismo della scena. Ma dopo pochi minuti, l’acqua viene razionata e il ciclo si blocca. La donna si abbandona ad un grido di rabbia raggelante, che squarcia l’illusione di quotidianità e trasforma un affare da poco nell’emblema degli impedimenti della guerra e delle distorsioni che questa provoca. L’opera prima di Soudade Kaadan, premiata con il Leone del Futuro per il miglior film d’esordio alla Mostra del Cinema 2018, si apre sotto i migliori auspici, avendo dalla sua, già sulla carta, più di un motivo di interesse. Non è infatti solo un film su un argomento topico (la guerra in Siria), girato con un cast di attori e tecnici in gran parte composto da esuli siriani, ma è anche un film girato da una regista siriana che segue la sua protagonista ibridando cinéma vérité e accenni di realismo magico. L’intuizione principale del film è infatti quella di stemperare la postura realista, accentuata dal background documentaristico della regista, con una proposizione più metaforica, quella già suggerita dal titolo. Il trauma della guerra, la perdita della propria anima di fronte alla brutalità del conflitto si manifesta dunque nella perdita della propria ombra da parte dei personaggi, una trovata allegorica e visiva che, potenzialmente, trasforma le strade e i villaggi martoriati della guerra in una terra desolata attraversata da spettri. Ma se queste premesse e i propositi di The Day I Lost My Shadow richiamano certamente l’attenzione sul film, le promesse non vengono mai pienamente soddisfatte. L’immediatezza emotiva dell’incipit si perde presto: il viaggio infernale della protagonista, bloccata nell’assedio lontano da casa mentre cerca una bombola del gas con cui cucinare un pasto caldo al figlio, sembra fallire continuamente nel suggerire quello che dovrebbe trasmettere – l’orrore della guerra. Manca una regia adeguata, che invece precipita i fatti in una sequenza narrativa di media piattezza; manca un lavoro attoriale sulla protagonista, che raramente genera empatia; manca una proposta visiva all’altezza delle ambizioni, laddove anche l’idea delle ombre che scompaiono perde forza in quanto semplicemente proposta e mai pienamente indagata.