TRAMA
Mae Holland, appena assunta da “The Circle”, compagnia leader nella gestione del web, non esita a condividere sul web qualsiasi esperienza personale e trasmettere in streaming la propria vita.
RECENSIONI
Tratto da un romanzo di Dave Eggers (che verrà ricordato più per l'innovativo lavoro della sua casa editrice McSweeney's piuttosto che per la sua opera letteraria - solida, per carità, ma di formidabile genio solo sedicente -) The Circle, dietro la pretesa di tracciare le linee inquietanti di un futuro prossimo, porta avanti discorsi che appaiono fuori tempo massimo: quella che qualche lustro fa poteva sembrare un'ombra che si allungava implacabile, oggi è semplicemente la realtà. Al di là dell'approccio sci-fi, c'è poco di davvero avveniristico nell'azienda tutta open space che fagocita anche il tempo libero dei suoi dipendenti e li impegna in un lavoro che fa di partecipazione, comunità, condivisione a tutti i costi le sue direttrici. La trasparenza che, esasperata, da valore diventa uno spauracchio, la privacy umiliata a macchia da rimuovere, sono oggetti di una discussione tutta attuale. Le domande che si poneva il romanzo (narrativamente accattivante) - il social network, virato in strumento per rendere sicuro il mondo, non ci espone ancor più a soprusi e violenza? La democrazia aperta e responsabile non cela l'anima del totalitarismo? - suonavano retoriche già allora e non costituivano affatto, come si pretendeva, delle profezie o delle derive pericolose da venire. Il film recupera l'idea fondante del libro e ne restituisce le angosce, insistendo sulle stesse esasperazioni "possibili" di un reale tutt'altro che distopico, anzi, lo ripeto, già pienamente vigente: così la supertecnologia pervasiva di cui fruisce Mae - entusiasta neoassunta nell'azienda più importante del pianeta -, si pone in aperto conflitto con le regole di un mondo più genuino che non rinuncia a valori semplici, ai rapporti umani senza la mediazione interessata di un marchio che ti vede come una pedina, un consumatore, un tassello di quel consenso globale che è molto vicino al fascismo. The Circle fa la somma di queste moderne, lugubri fascinazioni: Facebook + Google + Apple con Tom Hanks guru in look minimal à la Steve Jobs che ammicca e intanto aggira l'antitrust, incarnando lo spettro del controllo globale. Il film riassume frettolosamente la parabola del gioco al rialzo attuata dall'azienda (che vorrebbe divenire thriller, ma non ce la fa), attraverso la complicità sospettosa della protagonista che, presa piena coscienza della posta in gioco, rivolta il meccanismo perverso contro i suoi artefici (in dissonanza con il finale del libro, che invece era di segno radicalmente opposto: Mae completamente assorbita dalle logiche del sistema, di cui è rotella funzionante e funzionale, si fa delatrice della cellula dissidente - Emma Watson una stronza? Impossibile -). Film che espone brutalmente i punti fondamentali del romanzo, di sciattissima regia (James Ponsoldt, già autore di The Spectacular Now e The end of the tour), in cui ogni personaggio è ridotto a mera funzione di una narrazione ridotta all'osso, prodotto a basso budget laddove una storia come questa avrebbe giustificato (una volta tanto) un dispendio di risorse maggiore. E in cui assoldare uno sceneggiatore più disinvolto sarebbe dovuto essere parte del pacchetto (Ponsoldt ed Eggers si pongono problemi a ogni snodo, è evidente).