Horror

THE CALL (2003)

Titolo OriginaleChakushin Ari
NazioneGiappone
Anno Produzione2003
Genere
Durata112'
Sceneggiatura
Fotografia
Scenografia
  • 66472
Musiche

TRAMA

Yoko riceve un messaggio vocale sul cellulare: proviene dal suo stesso numero, è datato due giorni dopo e contiene la sua voce che urla disperata. Morirà in circostanze tragiche innescando una catena: quando la chiamata arriva alla giovane Yumi, questa proprio non ne vuole sapere di raggiungere “il suo cielo” e tenta di mettersi in salvo.

RECENSIONI

Il film del prolifico maestro giapponese Takashi Miike si squarta nettamente in due parti: innanzitutto una lunga introduzione, telefonata (pardon...) e luogocomunista, che scodella una serie di ammazzamenti in grado di spaccare il minuto (la citazione diretta: FINAL DESTINATION), dove lo spettatore si rassegna convinto di succhiare il solito drink. Rimando all’intervento di Matteo Catoni su PHONE per riassumere la sensazione regina nel primo tempo di THE CALL: lo sguardo, non abbastanza catturato dall’intreccio (un peccato mortale, soprattutto per il genere), si pone domande di senso denudando l’ovvia inverosimiglianza di fondo del prodotto fino all’atavico sbuffo: ma questo non è possibile! Quando la pellicola gracchia ormai sulle corde del filmaccio, con un climax all’incontrario che culmina in una critica ai media sfacciata ed evidente... sorpresa! L’oggetto scenico diventa qualcos’altro nell’insinuarsi di una lunga parte ospedaliera, che inizia intorno alla metà e non finirà più (letterale); un diagramma classico (la bambina, il luogo oscuro, le apparizioni) si impenna su un talento visionario autentico, grondante torbido, che si diverte a giocare con il corpo (cianotico, carbonizzato, tumefatto, snodabile) fino all’enigma sfuggente che costituisce la conclusione – per una chiave di lettura si rimanda alla frase fantasma della sorella di Yashimita, aprite bene le orecchie. Miike si crogiola dunque in un registro pacchiano e commerciale guadagnandosi la prima distribuzione nelle sale italiane; parte da una suggestione scopiazzata (la telefonia mobile è il Male: una frigida critica al consumismo che si espleta nelle ripetute inquadrature su folle cellularizzate) ma lo fa per sviluppare un discorso filmico proprio, che legittimamente deposita l’ennesimo tassello nella scuola dagli occhi a mandorla (e varie sono le implicazioni: non ultima la citazione all’horror italiano, si veda la nenia assassina mutuata da PROFONDO ROSSO). A rischio fallimento per un’ora tonda e miracolato dalla virata conclusiva, THE CALL si rivela comunque un’interessante turba psichica, molto diversa da quello che sembra, capace di raggelare una soffocante serata d’estate.
Presto dall’Oriente altre perline insanguinate da visionare con cura: TWO SISTERS di Ji-Woon Kim a fine agosto, RESURRECTION OF A LITTLE MATCH GIRL di Jang Sun-Woo per inizio ottobre.