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TRAMA
Celebrato come uno dei progenitori della musica industriale, Genesis P-Orridge ha contribuito a trasformare il rock e la musica elettronica espandendo nello stesso tempo le frontiere dell’arte performativa. Nel 2000 ha iniziato la più radicale delle sue performance: sottoponendosi a una serie di interventi di chirurgia plastica, Genesis, si è infatti lentamente trasformato in Lade Jaye, sua partner artistica e grande amore della sua vita. Mentre diviene lei, attraverso una trionfante espressione artistica del sé, Genesis è però costretto anche ad assistere alla morte della sua compagna. (Dal catalogo del Tff)
RECENSIONI
Alcuni si sentono come un uomo intrappolato nel corpo di una donna, altri come una donna intrappolata nel corpo di un uomo. Noi abbiamo pensato, invece: mi sento in trappola in un corpo. Il corpo è semplicemente la valigia che ci porta in giro. (Genesis P-Orridge + Lady Jaye)
Arduo stipare in poche righe le tante sfaccettature di una personalità vulcanica come Genesis P-Orridge, insignito della carica di sabotatore di civiltà dal parlamento inglese, pioniere della musica industrial con i Throbbing Gristle, sommo agitatore culturale dell'underground britannico, icona del travestitismo d'ogni dove e indimenticato performer d'happening oltraggiosi ed estremi, disposti tra il culto del disgusto di Waters e l'assortimento di supplizi boschiani da Azionismo viennese. Ma se è vero, con Carmelo Bene, che diventare capolavori è questione ben più decisiva di crearli, i capolavori, Genesis P-Orridge arriverà alla sua impresa più grande solo diversi anni dopo, insieme all'amata Lady Jaye. Con lei mette difatti in atto la pandroginia, progetto di fusione di due identità attraverso chirurgia plastica, travestitismo, terapia ormonale e modifiche del carattere. Ne esce una figura terza, somma gemellare di due corpi distinti ma intercambiabili, emblema perfetto del loro amore, scritto e modellato sulla propria stessa carne.Solo così Genesis e Lady Jaye diventano i capolavori di se stessi, facendo tutt'uno, per sempre, d'esistenza e creazione artistica, diventando cut-up viventi (memori del metodo di Burroughs, loro amico e maestro), spezzando impunemente le catene biologiche fin oltre la morte, e documentandone l'irriducibile bellezza con video, foto, performance e poesie. E proprio di questo sogno incarnato, utopia intentata e finalmente realizzata, parla il rutilante film di Marie Losier (collaboratrice adorante di adorabili folli come Kuchar e Maddin), ed è una ballata d'amore sgangherata e commovente, inondata dai ronzii industriali di TG e Psychic Tv, fedele ai crismi del ritratto d'artista ma bruciata dall'affettuosa vicinanza alle sue figure, perché calda e inquieta come le venature della pellicola (incandescente bava in 16mm). Scrematura fin troppo generosa di home movies appartenenti all'archivio della stessa Genesis, The Ballad of Genesis and Lady Jaye è un gorgo di montaggio viscerale e disastrato, più autobiografia filmata che documentario tout court. Ma è anche una testimonianza preziosa e toccante, reliquia di un film combustionatosi per troppo amore. Se avete un cuore, piangerete.
