TRAMA
Il 5 settembre 1862, a bordo di un aerostato, l’audace pilota di mongolfiere Amelia Wren e il meteorologo James Glaisher si alleano per volare più in alto di quanto l’uomo sia mai riuscito prima.
RECENSIONI
Tom Harper ci riporta a un cinema d’altri tempi fatto di esplorazione di mondi incontaminati e sense of wonder. L’ispirazione viene dalla realtà, infatti è storicamente documentato che il 5 settembre 1862 il meteorologo James Glaisher partì in mongolfiera per dare concretezza ai suoi sogni, arrivare ai confini della stratosfera e scoprire le basi della futura scienza che si occuperà delle previsioni del tempo. Un mondo fatto di studi e ricerche precluso alle donne, infatti nella verità storica documentata ad affiancarlo ci fu il pilota Henry Coxwell, mentre il film compie un’operazione, abbastanza frequente di questi tempi, di genderwasp, cioè di slittamento dell'identità di genere di un personaggio verso il genere opposto. Nell’opera di Tom Harper è quindi Amelia Wren, immaginaria pilota di mongolfiere modellata su pioniere realmente esistite, ad accompagnare Glaisher nel suo viaggio verso l’ignoto e a rivelarsi decisiva, con la sua intraprendenza, al buon fine della missione. Un’operazione forse discutibile sul piano della veridicità storica, anche se risulta altrettanto discutibile pretendere da un’opera di finzione totale aderenza alla realtà, in ogni caso efficace dal punto di vista cinematografico.
La sceneggiatura segue uno schema molto classico. Crea, infatti, rapide premesse all’azione, si concentra sull’ascensione dei due protagonisti e motiva l’agire e i conflitti dei personaggi attraverso brevi flashback che interrompono la linearità. Un andamento funzionale alla comprensione ma anche abbastanza prevedibile nella sua scansione. Ciò che interessa al regista, però, non sembra essere tanto il lato umano, quanto quello tecnico, in grado di conferire spettacolarità al progetto. Il film riesce infatti ad appassionare solo quando non si preoccupa di spiegare la sete di conoscenza di Glaisher e l’ardimento anticonvenzionale della Wren e, dimenticandosi del loro passato, si butta sulle insidie e le conquiste del presente. È lassù, lontano dai rifiuti del mondo accademico e dagli obblighi sociali che si combatte la battaglia dei due protagonisti, bramosi di riscrivere le regole dell’aria entrando in un universo che avevano soltanto immaginato, fatto di contemplazione, silenzio e bellezza. Tutti aspetti captati dal regista ma non supportati dalla caratterizzazione dei due protagonisti, un po’ incolore quella di Glaisher, tutto razionalità e studio, improntata all’anticonvenzionalità e all’audacia, con tanto di trauma da rimuovere, quella della Wren. Si finisce quindi più per essere testimoni del loro viaggio che in trepidazione insieme a loro. Gli unici momenti davvero coinvolgenti sono nella discesa finale e quando la Wren deve risalire il pallone aerostatico per liberare la valvola bloccata che impedisce di invertire la rotta. In entrambe le sequenze l’impatto visivo è davvero potente e si resta col fiato sospeso. Per il resto il film si mantiene sui binari rassicuranti del film di avventura, curato nella forma, corretto (fin troppo) nell’agganciarsi a un sentire contemporaneo, ma anche un po’ monocorde. Ritrovano l’alchimia Eddie Redmayne e Felicity Jones, già insieme ne La teoria del tutto.