Thriller

TESIS

Titolo OriginaleTesis
NazioneSpagna
Anno Produzione1996
Genere
Durata122'
Fotografia
Scenografia

TRAMA

Angela e’ una studentessa universitaria e sta preparando una tesi sulla violenza nell’utilizzo degli audiovisivi. Per aiutarla il professor Figueroa cerca nella videoteca universitaria qualche immagine molto violenta e scopre per caso una nascondiglio pieno di videocassette. Incuriosito, il professore ne prende una, ma il giorno dopo …

RECENSIONI

Il giovane regista spagnolo Alejandro Amenabar, classe 1972, ha raggiunto la notorieta' internazionale grazie al film "Apri gli occhi" (tra poco nelle sale la versione americana diretta da Cameron Crowe con Tom Cruise, la stessa Penelope Cruz della versione iberica, e Cameron Diaz). In realta' il suo film d'esordio, vincitore di numerosi premi Goya in patria, e' "Tesis", che si affaccia timidamente nel caos delle uscite estive con ben sei anni di ritardo. Ed e' una vera sorpresa perche' il talento visivo e la capacita' di raccontare una storia, evidenti nel successivo "Apri gli occhi", sono qui messi al servizio di una riflessione sulla violenza molto ben congegnata e disturbante.
La storia parte dalla tesi sulla violenza negli audiovisivi che la studentessa Angela sta preparando per laurearsi alla facolta' di scienze delle comunicazioni di Madrid. Nel chiedere l'aiuto di un professore, entrera' casualmente a contatto con il mondo degli "snuff movie", lunghi piani-sequenza di atroci morti senza finzione. 
Tra le tante considerazioni che il film suggerisce, e che non inficiano l'inquietudine del livello primario della risoluzione del mistero, una critica abbastanza scoperta al cinema americano, che da' al pubblico cio' che chiede senza preoccuparsi delle conseguenze. Proprio come uno "snuff movie", che permette di vedere le conseguenze di un gesto estremo senza viverle in prima persona. 
In realta' il mondo degli "snuff movie" e' piu' che altro un pretesto narrativo. Non viene infatti sviscerato nelle sue implicazioni commerciali, ma tinge la storia di giallo caricandola di venature horror, consente riflessioni sui limiti nell'utilizzo delle immagini e, soprattutto, permette alla protagonista di tirare fuori una parte di se' di cui ha paura, di riconoscerla e, forse, di accettarla.
L'aspetto piu' interessante dell'elaborata sceneggiatura e' infatti la caratterizzazione dei personaggi. Tutti attratti in modo morboso dalla violenza e ad un passo dal superamento del confine tra il pensiero e la sua realizzazione. Tutti in bilico tra la vita e il suo annientamento.
La violenza e' piu' accennata che esibita, e l'intravisto unito alla grana grossa delle riprese amatoriali degli "snuff", crea una sensazione di verita' nella finzione al cui effetto e' difficile sottrarsi. Effetto che pone lo spettatore del film nelle stesse condizioni, perlomeno psicologiche, della protagonista, a sua volta spettatrice dello "snuff movie". E questa tacita complicita' regala coinvolgimento, emozione e qualche brivido a lunga scadenza.