Bellico, Drammatico, Raiplay, Recensione

TERRA E LIBERTÀ

Titolo OriginaleLand and freedom
NazioneU.K., Spagna, Germania, Italia, Francia
Anno Produzione1995
Durata109’
Sceneggiatura
Fotografia
Scenografia

TRAMA

Spagna, 1936, fronte d’Aragona. Un inglese iscritto al Partito Comunista si unisce ai miliziani contro il fascismo di Franco.

RECENSIONI

Loach affronta un tema tabù per la cinematografia spagnola: in precedenza c’era stato solo Ay, Carmela! di Carlos Saura mentre, fra gli stranieri, possiamo ricordare pellicole come La Guerra è Finita di Resnais e gli adattamenti dei romanzi di Hemingway. Il suocinema di forte impegno civile e politico, spesso accompagnato da un sottotema sentimentale, vicino al realismo documentario e lontano dal formalismo, ha uno spirito partigiano che gli permette di essere allo stesso tempo appassionato, appassionante e, qua e là, poco misurato nelle enfasi. Si schiera nettamente con i miliziani del “Poum” trotzkista, potenziali artefici di una rivoluzione che fu tradita dallo stesso partito comunista filo-stalinista, colpevole oltretutto di aver acceso liti interne che spezzarono il fronte anti-fascista. Raramente, al cinema, la guerra è stata vista così da vicino e con tale dote nel restituire il fervore in battaglia mosso da un ideale: sarà per i pochi mezzi che accentuano un senso di “intimità”, per lo stile documentaristico, per l’esaltazione delle recitazioni spontanee, per la descrizione partecipata del senso di solidarietà, rispetto, democrazia all’interno di queste “cellule” (nel correlare istituzionalizzazione e depauperazione degli ideali dal basso ricorda Godard, antistalinista dichiarato). Loach, per una volta, abbandona il presente e sceglie un fondamentale momento storico (facendo un po’ di confusione fra “Partido obrero de unificaciòn marxista” e “Confederacion nacional del trabajo”) quale simbolo della lotta per la libertà e la terra, una guerra in cui confluirono giovani volontari da varie parti delmondo (21 paesi, dicono i titoli di coda). In un passaggio iniziale la sceneggiatura di Jim Allen collega presente e passato (la nipote del protagonistalegge le sue memorie, rimanendone colpita), per insegnare alle nuove generazioni l’importanza della memoria, del socialismo, della lotta contro i totalitarismi e, soprattutto, della potenza motrice e (se) disinteressata dell’ideale nel singolo; mentre sono deleteri il compromesso, il complotto, l’inganno, il cinismo. Un Loach infervorato e senza titubanze ideologiche, se non nella scena della riunione nella neo-costituita “Casa del popolo”, in cui ci si chiede se sia più importante la teoria o la pratica fattibile, la moderazione o la rivoluzione comunista totale, immediata: è una sequenza presa ad esempio della dialettica che deve esistere nel rispetto delle opinioni contrastanti. Fra gli attori Paul Laverty, sceneggiatore del successivo e simile La Canzone di Carla.