TRAMA
Nei giorni sotto Natale, Teo e Sofia si conoscono in chat e iniziano a comunicare intensamente. Dopo qualche schermaglia, scatta l’appuntamento per sabato sera a Voghera: “fanno una festa troppo fiera a casa di un tipo che conosco” (Sofia).
RECENSIONI
Vincitore del Premio del Pubblico all’edizione numero Zero del Tentacoli Film Festival (manifestazione dedicata al cinema indipendente e di genere), Teosofia è una sassaiola scagliata in faccia ai benpensanti assetati dei film col messaggio dentro, una formidabile riflessione sulla riproducibilità a tappeto di ogni cantuccio della nostra esistenza (anche interiore) e un taglio grottesco sulla superficie del perbenismo. Lo squarcio vomita frammenti di bollente attualità, l’esatto contrario dei materiali d’archivio: Teosofia non fa fiction con immagini della realtà, ma imbriglia la realtà nelle immagini. Screenshot, webcam, monitor di videofonini, telecamere di sorveglianza, videocamere, allegati wmv: i parafernali dell’iconosfera contemporanea sono compattati in un flusso video in cui regna l’equazione “interferenza = continuità”. Un montaggio tiratissimo dardeggia immagini frontali, ronzanti, invasive che riducono brutalmente la distanza tra il vedere e l’essere visti, schermate che aggrediscono la rassicurante indifferenza dello spettatore per scaraventarlo nella scomodità del voyeurismo sistematico. Chi si lamenta che in Italia scarseggiano le idee e le capacità di oggettivare storie dovrà necessariamente ricredersi: con questo mediometraggio gratuitamente scaricabile dalla rete, Lucio Basadonne e Michele Vaccari scrivono, dirigono e montano un piccolo gioiello di squisito cinismo e feroce ironia (sublime il lavoro sul linguaggio da chat permanente dei due protagonisti). Sulle macerie della commedia all’italiana, i due videomaker genovesi allestiscono una farsa erotico-telematica in cui Teo e Sofia (Fabrizio Levrero e Marta Antonucci, entrambi strepitosi) si lanciano con euforica incoscienza, finendo per sprofondare in territori saturi di atmosfere porno horror (incrudelite per giunta dalle riprese agli infrarossi). È uno scavo nella contemporaneità così netto e circostanziato da mettere i brividi: proprio perché privo di ambizioni “-logiche” e sicuro nella descrizione videografica di un microcosmo sommerso (ma neanche più di tanto), Teosofia inchioda un lembo di realtà col suo precipitato iconico allo schermo dei nostri pc, oggi più che mai sorgenti e referenti di un immaginario narcisisticamente chiuso su se stesso. Buffering in corso.