
TRAMA
Il capitano Quincy Wyatt è incaricato di attaccare un forte spagnolo nelle Everglades, dove s’annidano contrabbandieri che vendono armi alla tribù Seminole. Al ritorno a casa scopre che il figlio di cinque anni è scomparso.
RECENSIONI
Raoul Walsh ha consegnato al genere western parecchi capolavori (La Storia del Generale Custer, Notte Senza Fine…): per quanto meno osannato, anche questo film è notevole. È segnato dalle sue ricorrenze stilistiche e tematiche: un protagonista eccessivo e passionale (per quanto, come qui, laconico), il gruppo di uomini in impresa disperata, il piglio avvincente/spedito della narrazione, il tema della rivalità e quello della gloria a costo della morte. Dal momento in cui Quincy Wyatt assume l’incarico, l’avventura di cui è protagonista non trova soste: l’assalto notturno al forte con spari ed esplosioni, il confronto con i Seminole mentre si fugge nelle paludi, fino al duello subacqueo finale. Bisogna chiudere un occhio sulle inesattezze storiche (i crudeli Seminole ritratti nel film sono gli stessi che vennero, nella realtà della Storia, sterminati dall’uomo bianco), perché della Hollywood classica, figlia della cultura di allora, vanno prese sul serio solo la leggenda e gli archetipi perseguiti per accendere gli animi e creare immedesimazione. La pellicola è girata nei luoghi originali, fra paludi e Castillo de San Marcos a St. Augustine, in Florida, sfruttando al massimo le prerogative del technicolor e la potenza delle tecniche del sonoro, dai suoni della palude al leggendario “Wilhelm Scream”: quando il personaggio di Wilhelm viene catturato da un alligatore, getta un grido talmente efficace che verrà utilizzato in centinaia di pellicole successive.
