TRAMA
Rose, ragazza madre e amante senza futuro di un uomo sposato, si mantiene facendo le pulizie. Fino a quando non prova a mettersi in proprio fondando con la sorella un’impresa di pulizie specializzata in scene del crimine.
RECENSIONI
Distribuito in Italia oltre due anni dopo la presentazione al Sundance Festival, Sunshine cleaning ha alle spalle la stessa squadra di produttori del piccolo cult Little Miss Sunshine, ma regista e sceneggiatrice diverse.
Le due pellicole hanno in comune, oltre al "sunshine", un attore (Alan Arkin), un furgone, la visione del nucleo famigliare ed il grande tema del fallimento.
Protagonista del film è infatti una famiglia unita nonostante difficoltà, contrasti, e singolarità dei suoi componenti. Ed è questa la nota di speranza di una storia altrimenti prevalentemente amara, l'altra faccia del sogno americano che, pur senza negare il diritto ad una seconda occasione, parla soprattutto di disincanto.
Il grande incubo del fallimento individuale sovrasta la vita dei personaggi e, in particolare, della protagonista, ex cheerleader invidiatissima, ex ragazza del campione sportivo scolastico, ora madre senza marito, donna delle pulizie, amante ad ore di un uomo che ha scelto di metter su famiglia con un'altra. Rose cerca un riscatto, sia ripetendo a se stessa, nei momenti di crisi, di essere forte ed indistruttibile (mantra che ricorda quello del padre di famiglia di Little Miss Sunshine), sia cercando di trasmettere un'immagine di sé migliore quando si confronta con le proprie ex compagne di scuola. La scena madre è quella della reunion tra ex compagne, autentico spauracchio e resa dei conti in tutte le società tritatutto contemporanee.
Rose è un personaggio sufficientemente caratterizzato, diviso tra insicurezza, voglia di riscatto e senso di responsabilità. Più sfuggente l'altra sorella, combinaguai non irregimentata, apparentemente irresponsabile e tormentata dal trauma irrisolto del suicidio materno. Non male, ma decisamente indefinita.
La contrapposizione tra le due sorelle è più apparente che reale ma struttura le dinamiche fra i personaggi, cui fanno da satelliti un padre bizzarro ma protettivo e un bambino con troppa fantasia.
Il film concede un misurato lieto fine, più che altro aperto al miglioramento. Lascia però irrisolti e non approfonditi alcuni spunti: la singolare personalità del figlio di Rose, la latente omosessualità di Norah, il rapporto tra Rose ed il gestore del negozio di detersivi.
Lontano dalle major, vagamente minimalista, Sunshine cleaning è venato di stravaganza quanto basta per interessare lo spettatore, ma manca di guizzi. Sconta la decisa prevalenza dei toni drammatici su quelli della commedia e dunque la mancanza di momenti di ironia con funzione distensiva o stimolante.
La buona recitazione del cast è però un punto di forza, con la strana coppia Amy Adams-Emily Blunt destinata ad una contrapposizione obbligata tra fidanzatina ideale e ribelle sexi in virtù di un'esteriorità che sta loro stretta.
