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TRAMA
Salvatore è un giovane barcaiolo all’isola di Ventotene. L’incontro con Martina, una studentessa di giornalismo, segna l’inizio di una struggente storia d’amore.
RECENSIONI
Non è mai detta l'ultima parola. D'Alatri, già regista dei purtroppo indimenticabili Casomai e Commediasexy, passa al filone giovanilista e, a sorpresa, anche se non fa centro, mette a segno un bel colpo: a metà tra Respiro e Che ne sarà di noi, Sul mare, scritto con Anna Pavignano, autrice (e compagna) di Massimo Troisi, è un film che tra tante incertezze (i tentativi di penetrazione psicologica), cadute (il tema delle morti bianche fa perdere unità di tono e di stile e sembra aggiunto a tavolino per dare al film, con un'operazione un po' ruffiana, un rilievo sociale), e nonostante una regia piatta che fa del campo/controcampo il suo unico strumento espressivo, colpisce. Il suo fascino è nel linguaggio elementare e fresco, cui contribuiscono l'uso della voce off che sopperisce alle mancanze della regia garantendo il ritmo, la naturalezza degli attori (Castiglio: una scoperta), e il digitale che con la sua mobilità segue le fluttuazioni emotive dei protagonisti. Sul mare è un film antico: racconta quasi come se fosse la prima volta i meccanismi dell'amour fou, costruisce un personaggio che sembra uscito dal Decamerone (come gli eroi di Boccaccio vive in un primigenio e sensoriale accordo con la natura), osserva e custodisce nella sua misteriosa alterità quella sofferenza che di colpo uccide (si veda il non saper più camminare: un'idea così affascinate usata solo a metà), senza fare concessioni ai codici di rappresentazione giovanilisti che trionfano in questi anni; gioca, quindi, su due livelli: il percorso gioioso e tragico di Salvatore è una storia individuale che trova senso in sé stessa e allo stesso tempo un paradigma che da sempre si ripete nelle sue varie declinazioni: in questo senso Ventotene non fa solo da sfondo (bellissimo), ma, pura e incontaminata, dà al film quel carattere mitico e primitivo, antico, appunto, che ci fa perdonare i personaggi-macchietta di contorno che ricordano quelli di Capri, le sentenza sulla vita e l'amore sparse qua e là, alcuni raccordi di montaggio sballati e, soprattutto, i ralenti e il finale in bianco.
