Commedia, Recensione

STRIPTEASE

NazioneU.S.A.
Anno Produzione1996
Genere
Durata120’

TRAMA

L’ex-marito le fa perdere il lavoro e ottiene l’affidamento della figlia. Per sbarcare il lunario, fa la ballerina di striptease in un night, dove entra nelle grazie di un deputato pervertito…e assassino.

RECENSIONI

Da una parte c'è Demi Moore, strapagata (12 milioni e mezzo di dollari: ai tempi, il cachet femminile più alto), muscolosa, con le tette gonfie, impegnata in provocanti coreografie con striptease che la produzione ha avuto premura di pubblicizzare al massimo (ma il film è stato un mezzo flop negli Stati Uniti; è andato molto meglio in Italia): il destino è galeotto perché, nel 1990, interpretava una cameriera discinta di uno strip club in Diritto di Morte di I Racconti della Cripta. Dall'altra abbiamo il regista e sceneggiatore Andrew Bergman (Il Boss e la Matricola), amante delle farse e della satira: i due non s'incontrano e il serio con il faceto fa a cazzotti. L’attrice è accigliata e determinata ma con quello sguardo perennemente umido che la caratterizza, impegnata nel consueto ruolo di donna forte e "moderna", portavoce di un’indefessa lotta contro i pregiudizi bigotti (in questo caso, nei confronti delle spogliarelliste), "madre-coraggio" costretta allo strip come accadeva in CrissCross di Chris Menges (c'è anche sua figlia Rumer, avuta da Bruce Willis). Lo script condisce con battute, dialoghi e disegno dei personaggi insulsi. Salviamo il salvabile: l'eros da prima serata accompagnato, per lo più, dalle canzoni di Annie Lennox; la macchietta del buttafuori; Burt Reynolds ossigenato e sporcaccione (quando si ricopre di vaselina!). La seconda parte ingrana ma tutta la pellicola acquista punti se vista accanto allo Showgirls di Paul Verhoeven. La spogliarellista maggiorata è la Pandora Peaks di Russ Meyer.