TRAMA
Ermanno e Lena. Lei sta per vendere il bambino che porta in grembo allo zio di lui. Lui la deve controllare fino alla data del parto. La vicinanza fa emergere la loro solitudine, almeno all’inizio, poi qualcosa cambia.
RECENSIONI
L’opera prima di Carlo Sironi mette in scena due personaggi, Ermanno e Lena, e ne sonda le differenti solitudini. Lui è un ragazzo introverso e poco intraprendente che si butta via tra slot machine e piccoli furti. Lei arriva dalla Polonia sul litorale laziale a poche settimane dal parto. La piccola che porta in grembo è destinata a una coppia che in cambio pagherà la ragazza. La questione, nelle sue molteplici sfaccettature, lecite e illecite, è già stata affrontata in vari modi dal cinema, dall’illuminante Juno al greve e non riuscito Una famiglia, e il regista prova a inserirsi nel filone personalizzando il soggetto e rendendo il commercio clandestino di neonati uno degli elementi, non quello centrale. Il suo sguardo si concentra infatti sui due protagonisti. Sono loro il fulcro del racconto, il tema forte si limita a essere l’elemento che li fa incontrare e interagire. È fondamentalmente uno scavo di personaggi, quindi, quello a cui assistiamo. Di entrambi sappiamo poco o nulla e questo permette di azzerare gli psicologismi e limitare prevedibili, e sempre un po’ meccaniche, quadrature del cerchio. Ermanno sembra privo di un centro, in balia degli eventi e dei cattivi consigli. Lena si annulla a servizio di una gravidanza che vive come un lavoro. Sono due alieni in un mondo che sembra averli dimenticati, di cui percepiscono solo la rapacità, e vivono nella diffidenza reciproca. Sarà la convivenza forzata a far maturare in loro non tanto un sentimento, almeno non subito, quanto un senso di vicinanza in grado di farli sentire meno soli. La regia adotta uno stile rigoroso che cerca di captare le sfumature, i non detti, il peso dei silenzi. Per farlo Sironi sceglie un formato 4:3 che gli consente di concentrare maggiormente l’attenzione sui personaggi e lavora con molta accuratezza sulla gestione degli spazi, inizialmente desolati, asettici e via via sempre più pieni e personalizzati, in parallelo con il progressivo relazionarsi dei due protagonisti. È un film di piccoli impercettibili passi in cui è la sensibilità di chi dirige a fare la differenza e a consentire un’empatia tutt’altro che scontata. Lontano da giudizi e scelte risolutive, l’incontro tra Ermanno e Lena dona a entrambi una nuova consapevolezza. Il futuro sarà sicuramente complicato, incerto, ma qualcosa tra loro è cambiato. I due protagonisti, perfetti per il ruolo, sono Claudio Segaluscio al suo debutto, e Sandra Drzymalska, attrice invece già affermata in Polonia.
