Thriller

SOLDI SPORCHI

Titolo OriginaleA Simple Plan
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1998
Genere
Durata121'

TRAMA

In un Midwest innevato tre uomini rinvengono la carcassa di un aereo e in essa una borsa con quattro milioni di dollari. Decidono di conservarli per poi spartirseli qualora nessuno li reclamasse.

RECENSIONI

Il semplice piano (A Simple Plan è il titolo originale) di tre uomini a cui casca in sorte un'immensa (s)fortuna si spiralizza in perversa e ineluttabile sciagura, sanguinosa per necessità. L'enorme somma di denaro e la prospettiva di una vita diversa sconvolgono l'esistenza ordinaria di questi personaggi, acutizzano la coscienza delle loro frustrazioni e la voglia di liberarsene, li ubriaca di cupidigia rendendoli fatalmente spietati. Non più limiti morali, superato il primo steccato non ci sono terre di mezzo: non si può che proseguire abbattendo tutti i successivi, arrivare al successo o alla morte.
Siamo dalle parti di Fargo (la falsa true story dei Coen) con il quale Soldi Sporchi condivide l'algido registro visivo e la logica narrativa fondata su un nesso di causaeffetto implacabilmente corrotto, ma dal quale si distacca per uno stile più rigoroso e asciutto, meno divagatorio e teorico.
Apologo sull'avidità, il film si snoda perfetto e implacabile, mettendo in luce complesse implicazioni etiche (amicizia e rapporti fraterni in corto circuito, sensi di colpa, ipocrisie ancestrali), tratteggiando con accenti autenticamente umani i caratteri, svolgendosi la narrazione con toni di appropriata e asciutta violenza.
Convincente prova di maturità per Sam Raimi, regista spericolato che fino a quel momento si era sollazzato sondando i limiti dei generi e facendo, con gran divertimento e esiti alterni, serissima teoria cinematografica (i tre capitoli di Evil Dead, Darkman e il western rimescolato di The Quick and the Dead).

Un Raimi in versione inedita, insolitamente sobrio e grave nella messinscena. Il suo ghigno è però visibile quando fornisce distrattamente la chiave di lettura del suo apologo (forse più moralistico che morale), attraverso un commentatore televisivo che chiede: "Fedeli compagni o cani killer? Dipende dalla razza e dalle circostanze." La razza è quella umana, meschina per natura, le circostanze fanno l'uomo…corvo, vedi l'onnipresenza di questi uccelli minacciosi (fra Hitchcock e Poe), guardasigilli dell'infernale circolo vizioso che inghiotte gli avidi, compiaciuti compagni di sventure dei nostri protagonisti, costretti come loro a "cibarsi" di morte. Il Sogno Americano è custodito in una borsa da ginnastica piena di soldi: il piano per diventare ricchi è apparentemente semplice, se non si fanno i conti con le gocce di sangue che marchiano ogni singola banconota, con l'inevitabile spirale di violenza chiamata dalla cupidigia, con la serie di vicoli ciechi in cui il peccato precedente pretende un altro peccato per essere ottenebrato. In queste circostanze, anche la persona più "rispettabile" non può fare a meno di trasformarsi in un criminale e, magari, farla franca alle spalle di diseredati additati dall'intera comunità. Il personaggio più inquietante del best seller di Scott B. Smith (anche sceneggiatore) è la moglie di Paxton (Bridget Fonda) che, in dolce attesa di un bambino, diventa prima sua complice poi diabolica istigatrice al tradimento e all'inganno. Se il ritardato, sporco essere di Thornton (una prova memorabile la sua) è l'unico che si fa più di uno scrupolo ("Non dovrei stare nella camera della bimba, tutto è pulito qui"), gli autori suggeriscono che il candore della neve è solo apparenza, che il nucleo della società statunitense (la famiglia) nasconde veleni mortali e che l'orrore ha una maschera impassibile, imperscrutabile, insospettabile. Il personaggio di Thornton anela alle cose semplici, quelle che danno la felicità (gli amici, una moglie, dei figli): svantaggiato rispetto al fratello, spera di ottenerle rubando, ma soccombe nei rimorsi. Il fratello, nel momento in cui disprezza la propria fortuna, ha già il segno del corvo sulla fronte, seminerà distruzione ma saprà fare i conti (è un contabile) con i cadaveri ed aspettare che la neve ricopra tutto. Una tragedia amara e crudele, dove Raimi segue le orme sulla neve dei fratelli Coen (che, dopo Fargo, gli hanno dato qualche dritta), distanziandosene per l'assenza d'ironia, ma conscio di avere sempre il fumetto nel proprio Dna: oggi è adulto, consapevole, critico, potente ma non abbraccia il respiro, i tormenti, le sottili psicologie ed allegorie di opere come Affliction di Paul Schrader o Il Dolce Domani di Egoyan, tanto per restare…in province bianche macchiate di sangue.