TRAMA
Guerra di Secessione, 1863: una brigata di nordisti si inoltra in territorio confederato per sabotare le ferrovie.
RECENSIONI
Appendice alla “trilogia sulla cavalleria” di John Ford, ricavata sul romanzo di Harold Sinclair (ispirato a fatti reali: la battaglia della stazione di Newton), che vive ancora (se non di più) del gustoso disegno dei personaggi, delle dinamiche interpersonali giocate fra dramma e commedia, dello scontro fra i due protagonisti, della traccia sentimentale (con la bella sudista), delle caratterizzazioni bontempone ed eroiche di soldati gentiluomini. Sullo sfondo c’è l’orrore (che mitiga qualche faziosità politica della sceneggiatura, smaccatamente pro-nordisti) della guerra civile, il suo nonsense, ma non acquista il vigore dovuto nell’ambito del tipico western fordiano leggero/buonista, di leggende più che di uomini. Il cinema di questo autore va apprezzato nello sguardo d’insieme, nella generosa coralità di registri dotata di formidabile messinscena (non è facile restituire l’eterogeneità con tale ordine) nel momento in cui riesce a essere, contemporaneamente, d’impatto e spensierato, con tracce tragiche (l’Otello shakespeariano per modello) che si stemperano in moti fanciulleschi senza diventare segni superficiali. D’altro canto, spesso bisogna sopportarne il moralismo, il patriottismo all’antica, le psicologie semplicistiche: ma quando fa capolino l’azione, la magistralità è fuori discussione. In questo senso, è da antologia almeno la carica dei cadetti, anche perché non si esaurisce in mere coordinate di movimento, ma contiene anche un punto di vista, uno struggente sguardo affettuoso del regista.