
TRAMA
Una donna, due destini. Cosa può accadere nella vita di una persona in seguito ad un piccolo evento insignificante, come prendere o perdere la metropolitana? Quasi tutto, a cominciare dalla scoperta del tradimento del proprio fidanzato…
RECENSIONI
Un successo inatteso per un film considerato originale ed intrigante. Effettivamente le trame che descrivono i sottili giochi del caso sono da sempre accattivanti (da La vita è meravigliosa a Ritorno al futuro, fino a Pirandello, piccole analogie mostrano che l'idea non è rivoluzionaria). Tutti amano cimentarsi con gli "e se invece...", specialmente quando sono piccole cose a cambiare direzione alla vita delle persone. Le reazioni del pubblico possono andare dal divertimento alla curiosità, dalla speranza al timore. E mentre ci si impegna a chiedersi quale delle due sorti capitate alla protagonista sia la migliore si dimentica quasi di notare che lo sviluppo successivo è ben poco fantasioso e le vicende non vanno al di là delle ordinarie schermaglie sentimentali. Non mancano neppure i luoghi comuni: donne forti e decise (ma l'eroina è anche ingenua quanto basta per alimentare la simpatia dei più romantici), uomini passivi e smidollati, e, soprattutto, che mascalzoni! Fino all'immancabile eccezione. Il finale viene movimentato da un inutile tocco melodrammatico, per poi approdare alla soluzione più facile, quella che annulla il potere del caso facendo trionfare il Destino (sarebbe stato forse più divertente vedere due finali del tutto diversi). Più inusuale è invece la scelta di portare avanti parallelamente le due storie (col solo aiuto di un taglio di capelli per evitare gli equivoci).
Nonostante l'idea forte su cui è costruito il film, la buona dose di ironia, ed un'attrice protagonista colta nell'attimo della consacrazione a star, Sliding doors non è molto più di un intrattenimento leggero. Guardabile, ma incapace di suscitare grandi emozioni o di restare nella memoria.

Una frazione di secondo, il tempo per le porte “scorrevoli” della Metro di chiudersi del tutto, e la vita prende pieghe completamente differenti. Il Caso, il Destino Cieco alla Krzysztof Kieslowski o Alain Resnais (Smoking No Smoking) secondo Peter Howitt, apprezzato attore (qui interpreta Cheeky Bloke) passato dietro la macchina da presa che filtra queste istanze da cinema europeo d'autore con l’estetica della commedia sentimentale americana: furba, agrodolce, ma non del tutto consolatoria (in un titolo/modello: Harry ti Presento Sally), e ricca di citazioni (i Beatles, i Monty Python, Elton John e Woody Allen). Da un lato pompa un soundtrack accattivante e cerca di lusingare anche in modo forzato ed ingannevole (vedi il colpo di scena del divorzio), dall'altro intriga nella costruzione di due vite parallele, nel rimescolare le carte fino a confondere le idee, mantenendo vivo il dilemma su quale sia il percorso "esistenziale" migliore per la protagonista. La sua sceneggiatura chiude facendo incrociare, allegoricamente, le due dimensioni, con uno scontro/incontro di materia e antimateria, con un doppio finale riconducibile ad un’unica filosofia: la vita è una sola, anche perché non ci sono deroghe alla felicità come al dolore in nessuno dei suoi differenti tracciati. Film portato in porto, finanziariamente e in sala di montaggio, con l’aiuto di Sydney Pollack.
