Commedia

SIRENS (1994)

Titolo OriginaleSirens
NazioneAustralia
Anno Produzione1994
Genere
Durata94’

TRAMA

Un pastore anglicano e sua moglie sono incaricati di raggiungere in Australia un artista per convincerlo a ritirare una sua opera “blasfema” da una mostra. Finiscono con l’immergersi nella sensualità delle belle e libere donne che gli fanno da modelle.

RECENSIONI

Denunciata dalla presenza di Hugh Grant nel solito ruolo formale/impacciato, la pellicola di Duigan ha i toni della commedia leggera alla Quattro Matrimoni e un Funerale, audace con sentimento, più ironica che cattiva ma l'autore assurge a protagonista la sensualità, prendendo spunto dalla figura del pittore Norman Lindsay (1878-1969: già portata sullo schermo da James Mason nel 1969), noto per le sue idee sul libero amore e per la lotta contro il puritanesimo. Duigan trasporta un prete e la pudica moglie in un giardino dell'Eden (con tanto di serpenti che lambiscono il testo “decline of the West”) piccante ma senza peccato, sguinzaglia le "sirene" per tentare e turbare con trappole astute i loro animi (l’ex-pugile alla fine non è cieco), sa restituire l'incanto dell'innocenza del corpo e del sesso, senza cadere in una trappola ferocemente anticlericale (del resto è il regista di Romero, e ha un cameo da prete) che alzerebbe polveri polemiche e faziose, lasciando spazio alla dialettica nello scontro tra l'artista libertino e il gendarme della Chiesa. Sfuma talmente nella gradevolezza "politically correct" la propria posizione ideologica da rischiare la vacuità; l'ultima parola, però, la lascia ad una ricetta afrodisiaca di immagini, voyeurismi, tabù, tentazioni, sogni e atti erotici, giocando abilmente sui sensi e le perversioni, senza malizia. Nel giardino s'aggirano fate e demoni, sdraiati candidamente sui petali di rosa. La descrizione di una Australia selvaggia e rude (vedi anche i ricorrenti titoli di giornale e racconti popolati di morti cruente) è un'allegoria a doppio senso: rappresenta sia l'entrata in un universo sessuale primordiale, sia una cornice carnosa, sanguigna, stuzzicante ai dipinti incantevoli di ninfe nude al bagno o ai sogni "peccaminosi" e omosessuali della Fitzgerald.