TRAMA
Colorado. Danny O’Brien, incaricato dallo staff di Dick Pilger – candidato conservatore alla carica di governatore – di indagare sulla misteriosa comparsa di un cadavere che potrebbe rovinarne la campagna elettorale, viene coinvolto in un complotto politco.
RECENSIONI
Quello di Sayles è un cinema impegnato, apertamente schierato, ed è facile leggere dietro il complicato intrico tramico di questo SILVER CITY, la desolata visione che l’autore ha della situazione del suo Paese (a chi somiglierà mai il futuro governatore Pilger – interpretato da Chris Cooper -, rampollo di una dinastia di politicanti repubblicani, rozzo e ignorante?). Costruito come un rompicapo di cui occorre far combaciare tutte le tessere, SILVER CITY combina il piano narrativo della cospirazione con quello intimo costituito dal ritratto del protagonista (Danny Huston), un ex giornalista che si confronta, suo malgrado, con un sistema cannibale e spietato che cercherà in ogni modo di metterlo a tacere. Sayles, vero autore indipendente, anche stavolta non ne vuol sapere di sintetizzare e, non temendo la macchinosità dell’impianto narrativo, non opera alcuna semplificazione per rendere più facilmente leggibile un’opera corale e ondivaga. Si fa fatica a seguirlo ma SILVER CITY, nel suo intransigente ritratto del sistema dell’informazione e della politica made in USA, è senza dubbio film da rispettare.