TRAMA
Una coppia investe una ragazza senza prestarle soccorso: lui fa il fotografo e, nelle sue istantanee, inizia a comparire il fantasma della vittima. La sua compagna indaga sull’identità della deceduta e scopre che era fidanzata con lui.
RECENSIONI
Se si tralasciano il prologo e le premesse, edificate su di un terreno banale per richiami al cinema made in U.S.A. (l’inizio con amici scemi, dialoghi scemi, sballo e, poi, l’incidente), al j-horror giapponese (il fantasma che perseguita i vivi) ma anche al nostrano Dario Argento (le musiche sui titoli di testa, il mezzo fotografico con cui indagare il paranormale), il film dei due esordienti registi thailandesi sorprende sempre più con un racconto articolato e avviluppato nel mistero, con soluzioni accattivanti, spaventi genuini che non mollano più lo spettatore fino alla fine, in un crescendo implacabile che sa raccogliere gli inspiegabili dettagli disseminati per un’efficace soluzione unica (il monkey-on-the-back, l’allegorico senso di colpa che opprime). Immancabile il rifacimento hollywoodiano: Ombre dal Passato (2008).