TRAMA
Thaddeus è un bambino trattato con freddezza dal fratello maggiore e dal padre, finché non viene messo alla prova dall’antico mago Shazam. Si fa però tentare da sinistre presenze e fallisce il suo test. Dopo anni di ricerche Thaddeus riesce ad ottenere terribili poteri, ma il mago ha trovato il suo giovane campione di virtù a cui donare straordinarie capacità. Quando questo dice Shazam! si trasforma in un supereroe dalle capacità straordinarie, pronto a battersi per salvare il mondo.
RECENSIONI
Ma quanto ci piacciono i supereroi al cinema! Sono divertenti, colorati, dinamici; tutti diversi, tutti affascinanti. Eccetto forse gli ultimi Superman. Ed il Batman di Affleck. Ah, pure Aquaman è stato un mezzo fiasco, un po' come la Justice League...È tempo che DC riduca la seriosità: basta desaturazioni, toni cupi e gravitas. Si torna a spensieratezza e divertimento. Come? Copiando goffamente la formula magica di casa Marvel. E Shazam! è il supereroe perfetto: più adolescenziale, superficiale e frivolo rispetto ad uomini pipistrello dai complessi freudiani e criptoniani con deliri di onnipotenza. In questo tentativo di rimonta, la DC mette al volante lo svedese David F. Sandberg, al suo terzo lungometraggio. Il background prettamente orrorifico del giovane regista desta qualche domanda: era davvero la scelta indicata per dirigere un film dal target 8-16?!
Questo ruffiano blockbuster è un vero tributo al demodè; un trastullo artistico, a metà tra una puntata dei Power Rangers ed un B movie da tubo catodico. L'apparato estetico schiaffeggia lo spettatore con il suo stile glam-pop: ma i tratti old fashioned non bastano a colmare plot holes grandi come (bat)caverne. La trama (abbozzata) è questa: un ladruncolo e scapestrato 15enne in affidamento viene scelto da un antico stregone (un Djimon Hounsou in versione Monty Python) per la sua purezza di cuore (davvero, lui?), acquisendone i poteri. Ora il ragazzo, pronunciando la parola Shazam, assume le sembianze di un supereore/bellimbusto (Zachary Levi); gli optional includono: volo, super forza, lancio di saette e super velocità. Ma la sua stucchevole euforia viene interrotta da un cattivissimo Mark Strong, antieroe con grandi (e scontati) sogni di dominio e distruzione.
Per 130 minuti il Luna Park di tutine color pastello e muscoli prostetici prova a distrarre lo spettatore da una monotona danza dei cliches. Sequenze troppo dilatate, escalation diegetiche posticce, personaggi stereotipati (immancabile il ragazzino asiatico con la fissa per i videogames!). Tutto sa di già visto. Nemmeno le scene di combattimento rialzano il tiro: niente fuochi d'artificio, qui ai supereroi piace parlare, scrutarsi in cagnesco e lanciare battute infelici. Che spreco di CGI (ahi ahi). Ci si mette pure una forzata autoreferenzialità, fatta di continui e frozati riferimenti agli altri eroi del DC Universe; abbiamo capito, siete quelli di Batman e Superman, ma ora basta.
Nelle caratterizzazioni, qualcosa non quadra: grande performance per Asher Angel; il giovane attore dà prova di una maturità ed un pathos quasi sprecati nel contesto, ma poi: Shazam! Ecco apparire Zachary Levi. Dovrebbero interpretare lo stesso personaggio, ma non sembra: le buffonerie e la puerilità spasmodica del secondo poco hanno a che fare con il cinismo disincantato di Angel. L'eroe di Levi è confuso ed ossimorico: a tratti immaturo e rumoroso, ma comunque smaliziato q.b. per entrare in uno strip club e rubare birre al supermarket ("campione dal cuore puro"). In sunto, Angel convincente, Levi insopportabile. Suo sidekick, Jack Dylan Grazer nei panni di una versione adolescenziale di Dr. House con la fissa per i fumetti. Magnetico, ma logorroico. Mark Strong è un villain senza carisma, ed il suo look da contabile stride non poco con l'esuberanza della controparte. È lui a sprigionare i sette vizi capitali nel mondo (che scemo, ed io che pensavo fossero sempre stati sulla terra!); nemmeno i grugnosi mostri in computer grafica aggiungono pepe al reparto "bad guys", che sembra a corto di idee.
Shazam! è un film dimenticabile sui supereroi che ci piacevano una volta: con i muscoli di braccio di ferro e le preoccupazioni di un teenager al liceo. Di notte si salva il mondo, ma domattina c'è il compito di matematica. Le esagerazioni cartoonesche divertono l'occhio, ma la sceneggiatura scabra finisce col farli chiudere entrambi. Sandberg esce dalla sua comfort zone di mostri, incubi e presenze inquietanti, per un risultato altrettanto terrificante. E si rimpiangono gli Avengers, ancora una volta. Sciocco(!)