TRAMA
Alcuni dipendenti della Palisade, una multinazionale delle armi, vanno a trascorrere un “weekend di lavoro” in un lodge ungherese, dove il relax e il paintball dovrebbero fortificarne la capacità di “fare squadra”. Non saranno il relax né il paintball i protagonisti del fine settimana.
RECENSIONI
Il primo film “alla Eli Roth”? Tutto sembra rispondere di sì: c’è la situazione ultraclassica di Cabin Fever (la casa sperduta nel bosco), il gore robusto dei due Hostel (la tortura-uccisione del nerd sembra una ipotetica “scena eliminata” di questi ultimi), il sottotesto politico (i protagonisti lavorano per una multinazionale delle armi), l’ambientazione addirittura omologa a quella del dittico hosteliano (l’europa dell’est) e l’esplicita volontà di costruire un’alternanza tra registro horror, comico e grottesco. Il regista Christopher Smith (Creep) denuncia ottime qualità, si veda come primo esempio il bell’incastro del flashforward iniziale col pre-finale del film, ma soprattutto dimostra di saper gestire e manipolare le meccaniche della suspense rovesciando gli esiti attesi (la reazione della ragazza alla vista del ragno non è quella preventivata), procrastinandoli (la stessa ragazza re-agirà invece “come previsto” ma per cause diverse pochi secondi dopo il - falso - finale della sequenza del ragno) o mescolando ulteriormente le carte, in virtù della succitata commistione di registri che raddoppia o triplica le ipotesi di epilogo di una stessa sequenza (possiamo aspettarci o non aspettarci l’esplosione della mina antiuomo – la scena sarà drammatica o comica? – ma la chiusura ulteriormente differita dopo il click dell’interruttore eleva comunque al quadrato l’effetto sospensorio). Quello che in Severance, invece, non sembra funzionare a dovere sono le parti schiettamente comiche che risultano, sic et simpliciter, ben poco divertenti perché troppo esposte e “isolate” e dunque nude di fronte alla loro banalità di fondo (le allucinazioni "stupefacenti", la gag del trampolino ecc). Bella, infine, nella sua ludica crudeltà tutta giocata sulla discrepanza informativa spettatore/personaggio, la sequenza della morte di Billy (Babou Ceesey) accanto alla sua amata ma ignara Maggie (Laura Harris).