Biografico, Poliziesco, Recensione

SERPICO

Titolo OriginaleSerpico
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1973
Durata130’

TRAMA

Agente della polizia di New York, Frank Serpico ama il proprio lavoro ed è mosso dall’ideale della Giustizia. Quando scopre che molti suoi colleghi anziani sono corrotti, denuncia inutilmente tale prassi e riceve minacce di morte.

RECENSIONI

La pellicola che ha definitivamente lanciato la stella di Al Pacino e ri-lanciato quella di Sidney Lumet (subentrato a John G. Avildsen), prossimo a diventare un autore fondamentale degli anni settanta. Un racconto metropolitano dove la New York vista dal basso assurge a protagonista, dove il singolo integerrimo che deve combattere, prima di tutto, contro il marcio delle istituzioni, ha infiammato gli animi del pubblico, dove Lumet pone le basi per tematiche che non smetterà più di affrontare, dal ruolo sociale del Potere (che, se mal amministrato, mina la democrazia alle sue fondamenta) al significato del Tradimento (lealtà all’ideale o alla “famiglia”?). Nonostante la figura eroica del protagonista, più complessa di ciò che appare (Lumet/Pacino restituiscono un’ossessione più che un’integerrima passione: a questo serve la traccia sentimentale) il mood della pellicola è disperato, perché l’Innocenza è definitivamente perduta e può essere preservata solo da occasionali, singole, bizzarre, ‘impossibili’ figure (il prezzo da pagare è talmente alto da avvilire identificazione e imitazione). Era una teoria che andava per la maggiore nel post-Watergate, in anni in cui i giovani (Serpico) pieni d’idealismo si scontravano con l’ipocrisia dei vecchi (tutti gli altri, al potere) e in cui, oltretutto, la Polizia aveva smarrito, al cinema come nella percezione sociale, l’aura da virtuosa macchina del Bene: se Il Braccio Violento della Legge e l’Ispettore Callaghan ne hanno mostrato la fallibilità, Lumet mortifica anche il suo ruolo. Una messinscena realistica (turpiloqui compresi) e, al contempo, magnificamente affabulata che ha fatto scuola, accompagnando l’azione violenta al commento sociopolitico più provocatorio. La fonte, adattata da Waldo Salt con rivisitazioni di Norman Wexler, è il best seller di Peter Maas sulla figura realmente esistita di Serpico (italo-americano originario di Marigliano, vicino Napoli), poliziotto che, alla fine, fu costretto a lasciare gli Stati Uniti. Seguito ideale: Il Principe della Città, 1981.