Drammatico

SEH-O-NIM

Titolo OriginaleSeh-o-nim
NazioneIran
Anno Produzione2011
Genere
  • 67488
Durata80'
Sceneggiatura

TRAMA

Hanieh, Homa e Banafsheh sono tre detenute in un carcere iraniano che, ottenuto un permesso di libera uscita, decidono di scappare verso il Nord del paese, con l’obiettivo di varcare il confine illegalmente. Giunte in prossimità della frontiera, le tre donne si accordano per incontrare Nasser, che dovrebbe aiutarle a fuggire. Ma il giovane non si fa vedere e lo stato di sofferenza di Hanieh fa intuire alle compagne che la ragazza è incinta: Homa e Banafsheh decideranno quindi di accompagnarla in ospedale, cambiando così irrimediabilmente il loro piano iniziale. (Dal catalogo del Tff)

RECENSIONI


Nulla, in questo paese, conta più della matematica, si dice in Seh-o-Nim (Tre e mezzo).  La stessa frase si potrebbe applicare con facilità al film di Neghi Nemati, sceneggiatore e regista iraniano al suo secondo lungometraggio dopo An Seh (Quei tre). Tre e mezzo è il numero dei personaggi in scena, tre donne e un feto, in fuga come novelle Thelma & Louise da una Teheran livida e opprimente. Vorrebbero scappare da prigioni fisiche e metaforiche, approfittando dei pochi giorni di permesso. Confidano in un orizzonte lontano e irraggiungibile, per iniziare una nuova vita fuori dall'Iran, da un ruolo prefissato, dalle disfatte di una vita intera. L'esito è risaputo: chi vive di speranza, disperato muore. Così, il loro conato di fuga le trascina in un road-movie immoto e frustrante, paralizzato tra le pioggie e le nebbie del mar Caspio, impossibilitato, banalmente, ad avviarsi. Perché nulla, in questo film, conta più della matematica. Matematico è il ciclico alternarsi di flash-forward e rintocchi mnemonici, spie di lettura puntuali quanto fallaci, utili solo a contorcere ed estendere un plot altrimenti (cor)retto e prevedibile. Matematico è il ritmo claustrofobico con abuso d'effetti, sfuggendo e angosciando con inesplicabili oscillazioni temporali, scandite dal cupo soundscape e dai frequenti, soffocanti primi piani, come a strutturare forzatamente un corpo narrativo altrimenti informe e uniforme. Matematico è lo schematismo di personaggi dalle interpretazioni vivide (insieme all'imbrunita fotografia, il "poco di buono" della maniera di Nemati), divisi tra introspezione di superficie e behaviourismo d'accatto, con sessismi da denuncia nella denuncia del sessismo (file under “film a tema: la condizione della donna nella società iraniana”) e somme semplificazioni di scrittura (Non esiste differenza tra la prigione e l’Iran). Matematica è la distribuzione inutilmente studiata d'inserti lirici e d'atmosfera, nascosti con programmatica misura nel ventre molle del film, altrimenti verista e di presunto rigore, con concitata camera a mano ed alto tasso d'indignazione. Matematici sono gli interrogativi sparsi, l'incombente senso di minaccia, gli psicologismi opachi, le sospensioni drammatiche, la circolarità (im)precisa, fallata e fallita. Matematico l'esercizio. Così l'intento, lo svolgimento, il voto.