Drammatico, Recensione

SCIOPERO

TRAMA

1912: gli operai di una fabbrica, già insoddisfatti, iniziano lo sciopero quando un loro compagno, ingiustamente accusato di furto, s’impicca. I grassi capitalisti non accolgono le loro richieste e mandano le guardie a cavallo.

RECENSIONI

Esordio di Eisenstein dopo il cortometraggio Il Diario di Glumov, che faceva parte di uno spettacolo teatrale d’avanguardia. L’autore ammise che si trattava di un’opera infetta dalla malattia infantile dell’estremismo, perché i vertici sovietici imponevano soggetti propagandistici (elegia asintomatica della classe operaia) anche a chi condivideva gli stessi ideali. Il suo porre al centro del film la forma (cosa che gli causò problemi di censura), però, porta in secondo piano la sostanza: è un inno al ruolo creativo del montaggio e alla messa in scena plastica delle masse coinvolte, elette a protagoniste con la scelta precisa di non dare ruolo preminente a nessun carattere (provengono tutti dal Primo Teatro Operaio), mentre la scrittura, divisa in atti per permettere il cambio della bobina, privilegia la commedia dell’arte (maschere buffe che si chiamano Gufo, Volpe, Scimmia). Doveva far parte di un ciclo di 8 film (“Verso la dittatura”) mai realizzato.