TRAMA
Tuck, pilota alcolista, è ingaggiato per un esperimento top-secret di miniaturizzazione: una volta rimpicciolito insieme al suo velivolo, viene iniettato nel corpo di un cassiere di supermercato per impedire che finisca nelle mani di alcuni malviventi.
RECENSIONI
Meravigliosa avventura in un perfetto mix di farsa, fantascienza e film spionistico, giocato sul contrasto e la simbiosi (letteralmente, fra ospite e corpo estraneo) di due caratteri antitetici: l’uomo mediocre, impacciato e ipocondriaco, di Martin Short (che ha, praticamente, lo stesso ruolo ricoperto in In Fuga per Tre) e il ganzo ma etilista di Dennis Quaid (che regala un nudo integrale). Passato in serie A (per budget a disposizione) con Spielberg (produttore anche del precedente Gremlins), Joe Dante infonde ai tipici prodotti del re del fantasy hollywoodiano una cattiveria e un’eccentricità sconosciute alle major, divertendosi a pennellare personaggi pittoreschi (l’uomo dal braccio meccanico Igor, il “cowboy” uscito da un film di Sergio Leone, la dottoressa maliarda che ama farsi “trapanare” dal primo venuto…) e a sfruttare al meglio (e meglio) l’idea del piccolo cult fine anni cinquanta Viaggio Allucinante (tutto il suo cinema è nostalgico di quel periodo), spingendo di più sul versante commedia, sul campo/controcampo dentro/fuori azione/reazione, sul thriller d’inseguimento e, meno del suo predecessore, sul fantastico mondo “innerspace” del corpo umano. Pur se non affidato agli effetti speciali, quando fanno capolino sono ottimi (meritandosi un Oscar): vedere le sequenze con cambio dei connotati di Martin Short (brillante l’idea della stimolazione sui muscoli facciali), la battaglia inner-spaziale fra le due capsule, la fuga dei “nanetti”. Convenzioni immancabili (la rivincita dello sfigato…) ma anche necessarie per preservare questi “cult” nel loro limbo di genere. Alla sceneggiatura lo specialista di commedie d’azione Jeffrey Boam e il sagace Chip Proser (Iceman); leitmotiv musicale “Cupid” di Sam Cooke.