Commedia, Recensione

RUMORI FUORI SCENA

Titolo OriginaleNoises off
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1992
Genere
Durata104’

TRAMA

A Broadway si sta allestendo la farsa “Nothing on”: il regista ha un bel da fare con gli interpreti, le liti, le tresche.

RECENSIONI

 

"Questa è la farsa, questo è il teatro, questa è la vita", recita il regista di scena Lloyd Fellowes (Michael Caine). Per dimostrare l'assunto, l’americanizzata commedia inglese meta-teatrale di Michael Frayn rappresenta per tre volte lo stesso atto. La Prima sul palcoscenico: la versione più debole, quella che fa temere l’ennesima operazione di Bogdanovich alla ricerca dell'Hawks perduto, quello di Susanna, senza un testo alla sua altezza (la scrittura di Frayn, sotto la direzione di Bogdanovich, appare stanca e grossolana). A seguire, a sorpresa, la Seconda: si replica dietro le quinte, in interazione con la messinscena e la pantomima si fa accattivante, preme sull'acceleratore degli equivoci, in un gioco sincronizzato denominato "porte e sardine" (le prime s’aprono e chiudono di continuo; le seconde, tramutate in whisky, passano di mano in mano). Bogdanovich conduce la farsa con un attento uso del montaggio, evitando il teatro-filmato. Infine, la Terza: stravolta, la rappresentazione si sposta nei camerini ed è cento volte più divertente dello slapstick pensato per le scene (la Prima era appositamente poco irresistibile?), in quanto frutto di un apporto personale degli interpreti (un aspetto che andava sottolineato di più) e conseguenza del post-rodaggio, coronato dalla sintonia perfetta fra realtà e finzione. Il divertimento nasce quasi tutto dalle reazioni dei personaggi di fronte agli attori, nel momento in cui non riconoscono una battuta deformata, e poggia molto sulla bravura degli interpreti (quelli scelti da Bogdanovich), Caine in testa.