TRAMA
Rosemary e il marito Guy si trasferiscono in un appartamento all’interno di un vecchio edificio di New York, non dando ascolto ad un amico che li informa che vi sono accaduti episodi sinistri. Una tossicodipendente si toglie la vita: era ospite di un’anziana coppia con cui fanno amicizia. Rosemary resta incinta ed inizia a sospettare che i vicini siano satanisti.
RECENSIONI
Il primo film americano di Roman Polanski è il baby di Repulsion, dove metteva da parte il grottesco per descrivere una discesa nella follia della protagonista, chiusa in un appartamento, fra suggestioni malefiche: ma qui lo squilibrio, anziché abitare il cervello per manifestarsi in soggettive mostruose, nasce da stimoli ed indizi esterni per divenire oggettivamente plausibile. Il modo in cui il regista organizza questo dialogo continuo fra dettagli/eventi dell’ambiente e sospetti che li ricongiungono in un piano diabolico è semplicemente magistrale, e ha fatto scuola per tutti gli horror psicologici a seguire, quelli che ricercano la paura nella destabilizzazione dello spettatore, incerto se leggere la realtà come paranoia della protagonista o meno (a seguire la rivelazione o allucinazione condivisa). La cifra prodigiosa dell’opera, infatti, è l’ambiguità (a differenza del romanzo). Senza contare che, nel calderone, l’autore butta anche il terrore della gravidanza (come faceva Il Villaggio dei Dannati) e le implicazioni degli squilibri che comporta la (potenziale) depressione post-parto. Polanski adatta (riproducendo anche alcuni dialoghi) il (non ancora) bestseller “Nastro rosso a New York” di Ira Levin, uscito l’anno precedente, con la produzione del re dell’horror a basso costo William Castle (un cameo) e scritturando Mia Farrow, nota per la serie Tv Peyton Place e per essere la moglie di Frank Sinatra. Lanciò anche la moda dei film con Satana di mezzo, ma nessun altro è stato in grado di inquietare l’inconscio a tal punto con il non detto, il non mostrato (se non in una breve scena finale, interpretata da Anton LeVey, fondatore della Church of Satan e consulente del film). Infernale coincidenza: di lì a un anno, i satanisti di Charlie Manson uccisero la compagna del regista, Sharon Tate (che appare durante un party).