Erotico, Proibiti

ROOM IN ROME

Titolo OriginaleHabitación en Roma
NazioneSpagna
Anno Produzione2010
Genere
Durata109'
Fotografia
Montaggio
Scenografia

TRAMA

[Film non uscito nelle sale italiane]Due turiste a Roma, si incontrano, finiscono in camera da letto. Sesso e parole. Come “amore”.

RECENSIONI

Due anime sconosciute che s'incontrano, due corpi che si congiungono, la vita sospesa tra le parentesi di una camera d'albergo. La carne scoperta che si unisce, la contrattazione delle identità, coperte, negate, poi concesse lentamente, tra confessioni a cuore aperto e menzogne che parlano più di ogni verità. C'è questo, in gioco, in Room in Rome, primo film in lingua inglese (si fa per dire: qui si parla inglese, certo, ma anche spagnolo, russo e italiano) di Julio Medem e (liberissimo) rifacimento del cileno En la cama. Una stanza a Roma, l'amore fisico tra due donne, corpi esposti e fiumi di parole. Tra Ultimo tango a Parigi, Prima dell'alba e rispettive filiazioni. Medem adegua l'unità di luogo alla propria ricerca poetica: 1) la novella e caduca coppia, rinchiusa nel gioco a due della stanza, s'affaccia sul mondo e le sue narrazioni tramite le mappe satellitari Bing. E' così che Medem può sostanziare - in un qui e ora contingente immerso in una moltitudine infinita di qui e ora possibili certificati dalle mappe – il peso inequivocabile del destino (e dare forma a quello sguardo fantasmatico per il quale ogni individuo recita se stesso). 2) L'espediente di messa in scena per le possibilità garantite dallo Spazio trova un corrispettivo nel potenziale di possibilità serbato dal Tempo: gli affreschi alle pareti disegnano archetipi con cui relazionarsi, così come le mappe di Roma Antica. Fondamenta sulle quali ricostruirsi, Miti da riplasmare per riplasmare la propria immagine. In questa stanza le due donne imbastiscono un discorso amoroso, sono personalità neutre l'una per l'altra, vuoti da riempire: e dunque l'incontro prolifera di storie, di narrazioni inventate per l'occasione, di centimentri d'anima svelati a fatica, l'amore è una negoziazione tra proiezioni, desideri delegati all'inconsapevolezza dell'Altro, nemesi o sublimazioni di un'angoscia passata.

Come sempre, Medem è interessato al reale, non alla realtà: la sua ricerca guarda a quanto organizzato dalle menti, non alla datità dei fatti. E Room in Rome mette in scena, innanzitutto, due solitudini impegnate nel farsi retorico dell'amore (come in un film all'apparenza lontanissimo come La ardilla roja). Per questo Medem eccede sistematicamente nel lirismo simbolico (la freccia di Cupido), per questo i personaggi declamano se stessi (le proprie maschere). Perché la retorica è finzione, artificio, così come la seduzione, l'erotismo. Oltre la realtà. E Room in Rome è un film erotico, merce rara nel cinema contemporaneo. La patina delle apparenze, la pelle spirituale che si sceglie di mostrare, dice tutto, anche il non detto, nel cinema di Medem. Un film disequilibrato, affascinante, al solito estetizzante, prolisso e appesantito da una colonna sonora degna di minor cause. Opera di transizione, prosegue l'analisi del (/dal) punto di vista femminile su cui si incentravano Lucia y el sexo e Caotica Ana, e concentra e semplifica nel minimalismo dell'ambientazione il nucleo poetico coltivato nell'intera filmografia di Medem. E' il film di Medem più venduto all'estero, ma anche quello che conferma, dopo il rigetto per il folle misticismo femminista di Caotica Ana e le polemiche di stampo politico seguite al documentario La pelota vasca, la piel contra la piedra, un'incrinatura sostanziale tra l'autore e le aspettative della critica.