
TRAMA
Asia Centrale, 2005: l’americano Jonathan partecipa al Rollerball, un gioco violento che è un vero business di quella parte del globo, manovrato da un uomo che farebbe di tutto pur d’innalzare l’interesse del pubblico.
RECENSIONI
È il secondo rifacimento da parte di John McTiernan di un film di Norman Jewison, dopo Gioco a Due (che rileggeva Il Caso Thomas Crown): il protagonista Chris Klein, però, non regge il confronto con l’originale interpretato da James Caan. Attore senza nerbo, carisma e carica ‘animale’, è fornito, oltretutto, di un personaggio ingenuo, finanche stupido, senza mai che venga detto per quale motivo dovrebbe essere un campione. Il Rollerball di Jewison (1975), tratto da un racconto di William Harrison (ma ambientato nel 2018), era violento e spettacolare ma nascondeva anche un “attacco al Sistema”, una critica alla politica che usa da sempre “i gladiatori” (inevitabile lo Spartacus di turno) per controllare le masse. Le geografie di McTiernan (che solo in parte ha la scusante di essersi visto il girato stravolto in post-produzione), invece, sono solo grossolane e più indefinite (in senso deteriore) dell’originale: l’arena è un circo, tutto è calcato e sopra le righe ma senza sottotesto alcuno, lasciando sul campo una materia kitsch che ricorda L’Implacabile con Arnold Schwarzenegger.
