Commedia, Recensione

ROBIN HOOD – UN UOMO IN CALZAMAGLIA

Titolo OriginaleRobin Hood - men in tights
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1993
Genere
Durata102’

TRAMA

Fuggito da una prigione di Gerusalemme, Robin Hood si unisce a Etcì, Bello Sguardo e Rossella O’Hara contro il principe Giovanni. Possiede la chiave della cintura di castità di Marianne.

RECENSIONI

Mel Brooks, in diretta continuità con i fratelli Marx, è stato uno degli inventori del genere demenziale moderno ma pare che, da quando s’è separato da Gene Wilder (che, parimenti, da solo non ha firmato grandi cose: qui ha un cameo), non riesca a sfornare un film comico all’altezza del suo nome. E si ripete stancamente, con un’altra parodia di un film di successo, nel caso il Robin Hood con Kevin Costner (apertamente citato attraverso Balla Coi Lupi) che, già di suo, era una (bruttina) versione in commedia delle gesta del leggendario ladro. Le gag funzionano a mala pena o si sono già viste (nei film di Brooks, per altro, che già nel 1975 creò il serial Le avventure di Robin Hood contro l’odioso sceriffo) o sono di una banalità disarmante, facili e grossolane. Verso la parte finale fa capolino qualche invenzione più gustosa (tipo la “ola”, la gag dei copioni, le ombre cinesi…) ma lo standard resta comunque basso (ma il film ha avuto successo e per molti è un cult). La ditta Zucker-Zucker-Abrahams, che spinge assai di più sul medesimo terreno di caricature, citazioni cinefile (Brooks è pure immodesto: si autocita in Mezzogiorno e Mezzo di Fuoco) e riferimenti all’attualità, fa sembrare l’autore un relitto antiquato. Il livello del tutto è leggermente alzato dalla partecipazione, in cameo, degli attori della sua scuderia (il migliore dei quali è Dom De Luise, simil-Brando Il Padrino) e di un Patrick-Star Trek-Stewart nei panni di Riccardo III. Immancabili i numeri musical.