Recensione, Thriller

RISCHIO A DUE

Titolo OriginaleTwo for the Money
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2005
Genere
Durata122'
Sceneggiatura

TRAMA

Il proprietario di un’agenzia di scommesse sportive assume il giovane Brandon, ex – quarterback di football, convinto abbia talento per i pronostici. Ne fa la punta di diamante della sua attività, spingendolo anche verso la moglie, convinto di non avere più molti giorni da vivere.

RECENSIONI

D.J. Caruso, al terzo lungometraggio, ha imparato il mestiere sui set di John Badham e lo stile è simile: regia invisibile al servizio di sceneggiature e interpreti di provata bravura. Ma di Badham non possiede quello che, almeno secondo il personaggio di Al Pacino, è fornito Brandon nel racconto di finzione: il talento, qualcosa di indecifrabile, non misurabile, non assimilabile a un programma da computer (il carattere di Jeremy Piven). Perché lo script (ispirato a fatti veri) di Dan Gilroy, compagno di Rene Russo (qui anche produttrice esecutiva) è notevole e generoso di temi e spunti. Su tutti, quello che alla fine è il perno su cui gli altri ruotano, la “malattia” dello scommettitore, che ama perdere per sentirsi vivo quando il mondo gli crolla addosso. Nella sceneggiatura ci sarebbe anche altro, fantasmi evocati e non approfonditi dalla messinscena: un giovane con una figura paterna da recuperare, un marito che vuole garantire un futuro alla sua famiglia, il sogno americano basato sul talento, il mecenate e il suo protetto, la (non) deontologia professionale di chi lucra sulle dipendenze dei clienti. Caruso esegue senza avere le idee chiare su quale sia il fulcro su cui “scommettere” per tenere le fila di tutto il racconto: parte con Al Pacino che rifà il suo tipo mefistofelico in affari e da Matthew McConaughey che pare scimmiottare il gasato e vincente Tom Cruise stile Il Socio passando per Wall Street ma dimentica di renderli emblematici delle conclusioni morali che si trarranno (le pratiche del mestiere sono esecrabili ma Caruso fa finta di niente e punta al mero meccanismo spettacolare), sia di elaborare, ai fini della parabola, la progressiva presa di coscienza del protagonista. Rischia di ridurre il tutto alla mera questione del giovane dalle stalle alle stelle e viceversa. Per fortuna gli ingredienti validi lo sopravanzano.