TRAMA
Il dopo-Katrina e conseguentemente il dopo-Bush nei quartieri poveri di New Orleans, dove il regista si aggira insieme agli abitanti di un tempo, alla ricerca dei segnali di una ricostruzione che ancora non c’è stata.
RECENSIONI
Il volto sommerso dell’America
Jonathan Demme ci fa da Caronte in una realtà ancora devastata, come se l’uragano fosse passato l’altro ieri, mentre invece sono già trascorsi due anni e passa. L’approccio consiste nel muoversi in modo assai spartano, con una videocamera digitale al seguito e la massima semplicità nell’intervistare i protagonisti involontari di quella dark tail, il cui copyright appartiene tanto all’impeto della natura che alla cattiva coscienza dell’amministrazione Bush. Il regista sembra così allacciarsi al discorso più o meno dove l’aveva lasciato in sospeso Spike Lee, autore con Where the Leeves Broke di un lavoro focalizzato sull’impatto immediato di un simile disastro naturale, perciò non sorprenda il fatto che in New Home Movies from the Lower 9th Ward sono praticamente assenti le immagini di repertorio riguardanti il passaggio dell’uragano, ci si concentra sul dopo. La sfida di Demme consiste nell’affidare ogni altra considerazione al calore umano e all’ironia di coloro che abitavano il Lower 9th Ward, quartiere povero di New Orleans che al termine della sciagura è stato sostanzialmente abbandonato a se stesso, riprendendo poi i suoi personaggi nello spettrale paesaggio costituito dalle case e dalle strade oggi disabitate. Monotone carrellate lungo le vie del quartiere, poste a scandire il passaggio del tempo dal 2005 a oggi, suggeriscono l’idea di un’attesa infinita e inconcludente: vuote le promesse dei politici, la ricostruzione era ed è ancora lontana ma intanto si vive altrove, in una condizione di precarietà. Nel complesso la scelta sobria di Jonathan Demme appare motivata, non mancano scene insolite e lampi di euforia nel corso del documentario, eppure la durata non trascurabile dello stesso lascia supporre che ci sarebbe stata l’opportunità di inserire deviazioni altrettanto significative, nonché qualche attacco più diretto alla classe politica che ha determinato tale situazione.
Stefano Coccia