TRAMA
Signe e Tommy Kongsted si trasferiscono in provincia con Bianca, la figlia di 7 anni. Hanno comprato una graziosa casa nella piccola città di Glamstrup, per vivere tranquillamente, ma appena si trasferiscono, cominciano ad accadere fenomeni inspiegabili… il cibo marcisce se spostato, strani segni appaiono sulla porta del salotto e un gatto appare e svanisce. La bimba si ambienta, ma inizia a giocare con un amico immaginario di nome Oliver, e se anche i genitori non lo vedono, Bianca ripete con ostinazione che sì, Oliver è presente nella casa.
RECENSIONI
Ri-nascosto nel buio
Una famiglia che si trasferisce in provincia, una casa dall'oscuro passato, i misteriosi vicini di casa, la successione di eventi inspiegabili e un amico immaginario a dilettare la figlioletta. Tutto ciò suona familiare? Per forza, si tratta dei pilastri della cinematografia orrorifica (solo l'anno scorso, l'analogo e ugualmente debole "Nascosto nel buio" di John Polson). Lo spostamento in terra danese si limita a raffreddare le più che trite premesse ma non aggiunge un solo fotogramma di originalità. Il guaio è che il film di Martin Schmidt non riesce nemmeno a sguazzare nei cliché, a causa di una sceneggiatura che cerca l'intrigo ma soccombe ai luoghi comuni. A non funzionare a livello narrativo, oltre alla costruzione di un intreccio che alla lunga non regge, sono soprattutto le caratterizzazioni dei personaggi, mere pedine inanimate i cui pochi tratti interessanti (la misteriosa professione del marito, la disoccupazione del vicino di casa, il carisma del medium) non trovano adeguato approfondimento. La regia fa quel che può, prediligendo l'alternanza di primi piani e azzardando punti di vista ectoplasmici, ma non riesce a imprimere il necessario vigore alle immagini che si succedono all'insegna della prevedibilità. Finisce così che i tempi si dilatino tra caminetti capricciosi, laghetti dalle mille insidie, sedute spiritiche soporifere e maschere birichine, senza, però, quel minimo di tensione in grado di accendere la curiosità. Non brillano nemmeno gli interpreti, alcuni anche con la faccia giusta per il ruolo ma danneggiati dall'inconsistenza dei personaggi e da una direzione approssimativa poco in sintonia con le pretese terrifiche di un racconto che rimane insipido. Grandi assenti, quindi, i brividi.
