Avventura, Recensione, Sentimentale

RESTA CON ME

Titolo OriginaleAdrift
NazioneU.S.A./Islanda/Hong Kong
Anno Produzione2018
Durata96’
Montaggio

TRAMA

Tahiti, 1983: Tami, dì San Diego, s’innamora di Richard. Insieme attraversano il Pacifico per riportare lo yacht di due americani in California. Qualcosa va storto: lei lo salva dalle acque, la barca è alla deriva.

RECENSIONI

In questa co-produzione con la natia Islanda e Hong Kong, Baltasar Kormákur ritenta la formula Everest: storia vera, incidente mortale in Natura, l’uomo in lotta per la sopravvivenza, tensione, spettacolarità “dal vero” (per mare: in studio solo le scene della tempesta). Il titolo italiano, però, coglie la reale ragion d’essere della sceneggiatura dei gemelli hawaiani Aaron e Jordan Kandell (quelli di Oceania): il racconto sentimentale, mascherato da thriller avventuroso (l’incidente già avvenuto e senza retroscena) spezzato dai flashback (i momenti felici dei piccioncini). Fondamentale cosa, chi e come si racconta, coniugando gli eventi catastrofici alla pervicacia della sopravvivenza aggrappata agli affetti. Quali presupposti “speciali” possiede il legame che unisce la coppia per giustificarne l’invadenza in imprevisti e tragicità dell’evento periglioso. Risultato: l’andirivieni fra cronaca dei giorni alla deriva e affezione nell’esotismo interroga sull’opportunità della biografia (1998) di Tami Ashcraft. Problemi del film, non dell’eccezionalità della vicenda: incolore l’amore, castigate le minacce (oltretutto montate/girate in modo confuso). Il mare piatto ha qualche sussulto con il disegno di una donna risoluta, ma il film non issa mai una vela tanto grande da dare alla barca una precisa direzione: preferisce contemplare la superficie. Nemmeno l’incidente ritardato, una volta mostrato, è epifanico. Poi arriva l’imbarazzante colpo di scena dell’allucinazione, involontaria dichiarazione che tutto ciò che ci è stato mostrato non è accaduto (complimenti per la “storia vera”), e per alcune scene è un bene (il transatlantico che passa a mezzo metro e si limita a spruzzare d’acqua il ponte). Il vero obiettivo degli autori era l’Amore per sempre e Il paradiso può attendere, evitando coordinate fantasy. All is Lost, salvaci tu. La vera Tami, alla fine del film, benedice la produzione e solo la sua memoria resta con noi.