Azione, Horror

RESIDENT EVIL: EXTINCTION

Titolo OriginaleResident Evil: Extinction
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2007
Durata95'
Sceneggiatura
Fotografia
Montaggio

TRAMA

Il T-Virus ormai ha “conquistato” il mondo e i sopravissuti si spostano in carovane motorizzate alla ricerca di luoghi zombie-free (relativamente) sicuri. La geneticamente modificata Alice, invece, gironzola da sola sulla sua BMW K1200R da 160cv e spiccioli. La distruggerà nel sonno (sic) e sarà costretta a unirsi a una simpatica combriccola capitanata da Claire Redfield…

RECENSIONI

Con Resident Evil 4 (2005) per GameCube (e poi per PS2. E poi per PC. E poi per Wii. Alla Capcom conoscono i loro polli.) abbiamo detto addio alle inquadrature fisse e ai tempi morti che avevano caratterizzato la saga per accogliere di buon grado una semisoggettiva del vecchio Chris Redfield alle prese con un cazzutissimo action game da giocare in apnea. Qualcosa è cambiato, e ci è pure piaciuto parecchio, tanto che anche delle opinabili divagazioni come l’imminente shooter Resident Evil: Umbrella Chronicles per Wii son ben gradite pur di ingannare l’attesa di quell’attesissimo Resident Evil 5 (Xbox360-PS3) che la Capcom ha annunciato per il 2009 (duemilanove?!?) e che pare confermare le nuove meccaniche inaugurate dal 4. Questo per dire che sì, insomma, i videogiocatori residenteviliani sono usciti dal bozzolo e hanno brillantemente superato il trauma del rinnovamento, proiettandosi fiduciosi in un futuro alto-definito neanche tanto prossimo (2-0-0-9). E al cinema, che succede? Al cinema non succede niente. Succede che Anderson butta giù una sceneggiatura ridicoleggiante e la affida alle riesumate mani di Mulcahy, ottenendo una robetta piuttosto insulsa che difficilmente può accontentare qualcuno. Extinction è operina marginalmente migliore dell’imbarazzante Apocalypse, già superflua appendice di un primo capitolo facoltativo che però ci poteva stare, e non è forse un caso che questa terza installazione parta proprio dai modesti fasti della prima. La magione, la sala con prospettico punto di fuga centrale, la statua, la porta che si apre, tutti rimandi ai RE che furono (1, 2 , 3, Code Veronica, O) e che il 4, però, ha spazzato via. Dopo questo incipit autoreferenziale, che sa di retrogaming, il film giocherella con la saga rispolverando nomi conosciuti (Carlos Oliveira, Claire Redfield, Paul Wesker) e creature note (i cani, i corvi, il Tyrant), fa marchiani riferimenti a Romero (specie a Day of the Dead: la base militare sotterranea, il programma di riabilitazione zombesca con tanto di simil-Bub), tenta la carta catastrofica (la Las Vegas post-apocalittica, idea caruccia sfruttata poco e male), frulla qualche altro riferimento ludico (le mappe 3D sembrano prese pari pari da Metroid Prime) e filmico (Mad Max, i cloni di Alien Resurrection) e tenta la carta del finale epico, con l’esercito di Alice(s) pronto ad attaccare l’impero del male. Mulcahy vivacchia, coreografando qualche sequenza decente (attack of the killer crows) e abusando di quei vieti primissimi piani che dilatano il fuoricampo a dismisura e lo fanno irrompere in forma di zombi, mostro o altro, con l’audio che testa la resistenza dei poveri woofer. E poi c’è Milla Jovovich, idolatrata dalla mdp che ce la propina in tutte le salse, e Milla Jovovich fa in effetti la sua figura. Se non fosse che la Milla Jovovich di Resident Evil è sempre più Lara Croft: che ci fa Lara Croft in Resident Evil?